Non solo il futuro può essere elettrico, ma anche il passato.
Lo pensa l’Aston Martin Works, il ramo del famoso costruttore britannico di auto sportive che si occupa dei modelli storici, reperendoli e restaurandoli nell’impianto di Newport Pagnell
Da quel sito produttivo sono uscite tutte le 13mila Aston Martin costruite dal 1955 al 2007, prima che la produzione emigrasse nel nuovo stabilimento di Gaydon, ad un’ora di macchina.
L’idea è semplice: la vita per le auto normali, anche quelle storiche, diventerà sempre più difficile.
Per elettrificarle basta un kit di conversione che va tutto all’interno del cofano lasciando intatta l’auto e permettendo di installare di nuovo, in qualsiasi momento, tutta la meccanica originale.
Non per nulla a Newport Pagnell chiamano questo concetto “cassette EV powertrain”, parole che fanno pensare alle audiocassette. Dovrebbe dunque trattarsi di una sorta di scatola che contiene motore, trasmissione, batteria, caricatore ed elettronica di controllo. L’unica modifica visibile dovrebbe essere il piccolo schermo dedicato al sistema ma – assicurano i tecnici britannici – sarà molto discreto. La prima “cassette” in listino sarà quella per la DB6 MkII Volante del 1970, ma presto ce ne saranno altre.
Già la Jaguar aveva creato la E-Type Zero, ovvero la versione “retrofit” elettrica di quella che Enzo Ferrari definì “L’automobile più bella del mondo” e le cui immagini hanno fatto il giro del mondo dopo che il principe Harry si è fatto fotografare con la moglie Meghan, uscendo dalla Frogmore House dove si era svolto il loro banchetto nuziale.
Qualcuno credeva che servisse solo per promuovere la svolta elettrica del marchio, invece la Jaguar ha deciso di mettere in vendita il kit di trasformazione al non modico prezzo di 350mila sterline (400mila euro), auto esclusa.
Più di ragioni filologiche e di immagine, la “heritage electrification” è una questione di business che tenta di ricondurre all’ovile un fiume di denaro che rischiava di prendere altre vie visto che nel mondo stanno nascendo diverse aziende che promettono di elettrificare auto di interesse storico come la prima Mini, il Maggiolone e il Bulli di Volkswagen e la Porsche 911.
Quello che è interessante invece è la visione più ampia dell’elettrificazione che, oltre al passato, coinvolge anche il futuro della casa il cui nome completo è Aston Martin Lagonda non per caso.
Il piccolo costruttore britannico sembra infatti intenzionato a far rivivere il marchio Lagonda dopo decenni, facendone il suo brand elettrico di lusso.
Il primo modello debutterà nel 2021 e sarà un Suv basato sul Vision Concept presentato al Salone di Ginevra del 2016.
Ma la prima elettrica di casa sarà l’Aston Martin Rapide E attesa entro quest’anno.
Entrambi avranno la loro casa nel nuovo stabilimento che sta sorgendo in Galles sulle ceneri del sito militare di St Athan. Nessuno si aspettava però che la prima Aston Martin elettrica provenisse da Newport Pagnell e dal passato.