L’esperienza di guida autonoma vissuta a bordo della Nissan Leaf EvolvAD (dove AD sta per Autonomous driving) dimostra che la tecnologia sviluppata dalla casa giapponese può raggiungere risultati impressionanti anche sulle nostre strade e non solo in Giappone, dove dal 2027 arriverà su strada pe rum servizio di mobilità condivisa nella città di Yokohama.
In Europa le condizioni di guida sono decisamente diverse rispetto a quelle che si incontrano sulle ordinate strade giapponesi. Per questo motivo Robert Bateman, manager del team Nissan vehicle research and advanced engineering, ha convinto otto anni fa i vertici della casa nipponica ad avviare un gruppo di sviluppo di veicoli a guida autonoma nel centro tecnico europeo della Nissan a Cranfield, in Inghilterra
Il resto lo hanno fatto i finanziamenti concessi dal governo britannico a ben tre progetti della Nissan che si sono succeduti dal 2017 ad oggi, permettendo la messa a punto di soluzioni per la guida autostradale (progetto Human Drive dal 2017 al 2020), per quella urbana (ServCity dal 2020 al 2023) e infine per ogni situazione, compreso l’extraurbano rurale (EvolvAD dal 2023 al 2025). Il tutto con centinaia di ricercatori coinvolti, un investimento complessivo di oltre 33 milioni di euro, quasi 26.000 chilometri percorsi in guida autonoma su strada e – secondo quanto riportato dalla Nissan – nessun incidente.
Il risultato del grande lavoro e della tanta tecnologia impiegata emerge chiaramente quando si sale a bordo della Nissan Leaf EvolvAD a guida completamente autonoma. L’auto non si dirige verso un circuito chiuso al traffico, un ampio piazzale o un percorso su strade chiuse al traffico. Esce dal cancello del Centro Tecnico Nissan di Cranfield, cittadina inglese a un’ora di macchina da Londra, e si immette nella normale viabilità della zona fatta di strade rurali, ampie rotonde, centri abitati e insidiosi dossi dissuasori di velocità.
Ostentando grande sicurezza, svolta dopo svolta l’auto robot convince fino a dare il suo massimo sul rettilineo di una tipica stradina della campagna inglese, piuttosto dissestata e completamente priva di segnaletica orizzontale, dove con un’accelerazione quasi aggressiva raggiunge e mantiene a lungo una velocità vicina ai cento chilometri orari (cioè esattamente il limite consentito di 60 miglia orarie). E lo fa incrociando auto e camion che sfrecciano più o meno alla stessa velocità sulla vicinissima corsia opposta. L’esperienza è di quelle lasciano senza parole, perché anche in queste condizioni l’auto trasmette agli occupanti una limpida sensazione di sicurezza.
Come previsto per ogni sperimentazione di questo tipo, al posto di guida siede un conducente “di riserva” pronto a intervenire in caso di emergenza. E ci sono schermi che permettono di seguire attimo per attimo la ricostruzione virtuale dello scenario circostante. La dotazione tecnologica è imponente: tre Lidar a lunga distanza, due Lidar a campo largo, quindici videocamere, un radar frontale, sei computer dedicati alla guida autonoma, due computer per il controllo veicolo. Per ottenere una dinamica di marcia appropriata in condizioni extraurbane, come quelle testate, gli ingegneri Nissan hanno inoltre sviluppato il controllo di sterzo e freni completamente via cavo. L’auto robot frena in modo indipendente ogni singola ruota e corregge immediatamente i cambi di direzione indotti dalle asperità sullo sterzo. Un uomo al volante non potrebbe fare meglio.