Di Mario Cianflone – giornalista del Sole 24 Ore
Smart city, guida autonoma, intelligenza artificiale, auto super connesse ed e-mobility.
Parole troppo sentite, abusate e ripetute.
Soprattutto in questi giorni a Milano dove si celebra la design week 2019, grande kermesse dove sono in vetrina l’automobile e la mobilità più immaginate che reali.
Peccato, infatti, che tra le parole e il mondo reale ci sia un abisso e grandi architetti e sedicenti guru del tech o del design danno per vere, compiute e assodate cose che non esistono e che magari non vedremo mai. Rivoluzioni che sono solo ipotizzate.
Le smart city, quelle vere, chi le ha viste?
Qualcuno dirà che Milano lo è, ma non è vero.
A Milano hanno anche tolto la famosa Onda Verde. Non c’è più, funzionava, senza app e smartphone, ed era infatti un’iniziativa degli anni 80 / 90 dove con una sincronizzazione semplice e spannometrica si riusciva, tenendo una certa velocità più o meno costante, a prendere tutti i semafori verdi ed evitare di rimanere incolonnati nel traffico. E questo soprattutto la sera snelliva molto il congestionamento.
Città come Milano, invece, hanno preferito azioni di traffic calming ovvero trovare il modo per rallentare le auto per disincentivarne psicologicamente l’uso. Ma questo ha prodotto risultato di aumentare il traffico con una mossa voluta e di conseguenza anche aumentare emissioni, consumi inquinamento. Non è stata una bell’idea anche perché con la tecnologia attuale, con le auto che “leggono” i semafori e possono dialogare con le infrastrutture si potrebbero fare meraviglie, ma si preferisce incentivare i monopattini a pile. Queste non sono smart city e l’esempio di Milano è uno fra i tanti.
Incredibile anche quanto si dia per assodata la guida autonoma; quella di livello 4 o 5 secondo la tabella della Sae che fondamentalmente non esiste ed è soltanto immaginata: le macchine non guidano da sole ed è molto facile per designer e guru del tech a vario titolo immaginare in una concept car che guida da sola, dialoga in rete e ha un computer intelligente che interpreta i nostri bisogni.
Ma questa è fantascienza: anche noi potremmo tranquillamente immaginare astronavi che viaggiano a curvatura 9 come quelle di Star Trek.
Peccato che l’Enterprise non esista e neppure i motori antimateria.
Si sta assistendo quindi a una costante esagerazione dei temi forse ed è meglio ritornare con i piedi per terra soprattutto per quanto concerne la questioni che più abbiamo a cuore: quella della mobilità elettrica.
L’e-mobility è una rivoluzione inarrestabile però è un cambiamento lento. Non avverrà d’improvviso. Al momento non c’è nessun sentore e nessuna iniziativa tecnologica che ci faccia immaginare l’arrivo di batterie davvero rivoluzionare. Siamo ancora agli stadi iniziali ma qualcuno ha interesse a inventare e a descrivere un mondo che ancora non esiste.
E forse non esisterà.