Non aspetteremo il 2040 per avere una flotta ad impatto zero: ci dobbiamo arrivare per il 2039. Parola di Ola Källenius, il nuovo CEO di Daimler che a giorni prenderà il posto di Dieter Zetsche e lancia una nuova sfida per la Stella alla quale dà il nome di “Ambition 2039”.
Dal 2022 stabilimenti green
Nel 2039 infatti l’intera gamma Mercedes sarà ad impatto zero. Questo non vuol dire che tutte le Mercedes targate saranno elettriche, ma che il bilancio delle emissioni del loro intero ciclo di vita sarà nullo. Non basterà dunque farle a batteria o a idrogeno, ma occorrerà intervenire su tutta la catena di fornitura e produzione. Sono ad impatto zero già la Factory 56 di Sidelfingen, lo stabilimento di Brema dove si fa la EQC, quello delle batteria a Kamenz e anche il nuovo impianto di Jawor, in Polonia, ma nel 2022 tutto l’apparato produttivo di Daimler sarà ad impatto zero. Sarà dunque necessario intervenire su tutta la catena di fornitura. Anzi la valutazione ambientale diventerà il criterio principale per la scelta dei nuovi partner, non solo quelli che producono parti nuove, ma anche e soprattutto quelli che si occuperanno del riciclo delle vetture. Il recupero delle materie prime riguarda le batterie, ma anche l’intero veicolo dove il potenziale è dell’85% del proprio valore.
non solo prodotti
Di questo processo ovviamente fanno parte i nuovi prodotti, a cominciare dalla EQC, ma proseguirà con altri modelli (anche per i commerciali e i camion) per i quali è previsto un investimento di oltre 10 miliardi e la realizzazione a regime di 9 stabilimenti dedicati solo alle batterie dove arriveranno e saranno assemblate celle agli ioni di litio per 20 miliardi di euro entro il 2030. Entro quella data Daimler prevede che oltre la metà delle proprie vendite saranno elettriche e ibride plug-in. Per abbassare ulteriormente le emissioni ci saranno anche diversi gradi di elettrificazione, l’idrogeno (anche plug-in) e i carburanti sintetici. La sfida di Ambition2039 è però ancora più ampia perché rendere ad emissioni zero l’intera flotta è una questione che va ben oltre i prodotti.
IL COSTO DELLE EMISSIONI
Una sfida ambiziosa che Källenius lancia evidentemente per puntare le luci sulla sua nuova leadership e appare credibile visto che proviene da quello che è attualmente il numero 1 della ricerca e sviluppo di Mercedes, dove è entrato nel 1993 e della quale conosce a menadito tutta la catena del valore essendosi per oltre 3 lustri di tutti gli aspetti economici e gestionali della produzione e dei rapporti con i fornitori prima di arrivare nel 2010 in AMG. È grazie a lui se il marchio dell’atelier di Hambach, prima di nicchia, ora compare su una Mercedes su 20: 118mila su oltre 2,3 milioni vendute nel 2018. Per il manager svedese c’è tuttavia un’ulteriore sfida: ridurre i costi di 6 miliardi sostenendo gli investimenti e riportando in alto i margini. Diminuire le emissioni costa.