Il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 è la decisione più logica e sensata.
L’accensione della fiaccola olimpica lo scorso 12 marzo a Olimpia in Grecia è avvenuta senza spettatori e già in piena atmosfera da distanziamento sociale anti-Covid-19.
Una cosa a dir poco triste, che nulla ha a che fare con lo spirito delle Olimpiadi.
L’accensione della fiamma con quelle inadatte modalità ha segnato ai miei occhi lo spegnimento dell’appuntamento per il prossimo mese di luglio con le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Il Cio ha resistito per motivi poco olimpici
Il Governo del Giappone ha tentennato in un primo momento, ma poi ha capito ed ha velocemente iniziato a studiare un’ipotesi alternativa allo svolgimento nei mesi di luglio e agosto 2020.
Anche gli sponsor e gli investitori di varia natura hanno inteso ben presto che non era il caso di insistere.
Da quelli immobiliari, che hanno realizzato un intero nuovo quartiere su un terreno che non esisteva, rubato all’acqua della baia di Tokyo per essere prima villaggio olimpico, poi area residenziale e di business, fino ai partner delle Olimpiadi.
Eppure le case del quartiere del villaggio olimpico hanno già dei proprietari che hanno pagato per riceverle dopo l’estate 2020. Il ritardo di un anno nella consegna è un bel grattacapo.
Avevano capito tutti da settimane che quest’anno le Olimpiadi di Tokyo non avrebbero potuto svolgersi.
Chi non voleva proprio sentire ragioni è l’organizzatore dei Giochi, cioè il CIO – Comitato Olimpico Internazionale presieduto da Thomas Bach. Il rischio economico di un rinvio, secondo il Cio, era troppo grande.
La validità stessa di un’Olimpiade svolta cinque anni dopo la precedente, invece di quattro, secondo alcuni puristi della giurisprudenza olimpica, addirittura non sarebbe garantita.
L’annuncio
Oggi però il Cio ha ceduto alla pressione dei molti Comitati olimpici nazionali che hanno deciso di non far partecipare le loro rappresentative quest’anno, vista la rincorsa mondiale alla pandemia di Covid-19, e di un’opinione che – sebbene distratta da ben altre priorità – ha iniziato a dimostrare insofferenza nei riguardi di un’organizzazione che si stava dimostrando fuori dalla realtà.
Al termine di una teleconferenza tra il Cio e il Governo del Giappone, con la partecipazione del Primo Ministro Shinzo Abe e del presidente del Cio Thomas Bach, è arrivato l’annuncio.
Le Olimpiadi di Tokyo si svolgeranno nello stesso periodo previsto quest’anno, ma nel 2021.
Il nome non cambia
I Giochi del 2021 in Giappone si chiameranno comunque Olimpiadi di Tokyo 2020. Questo per mantenere il nome il logo e anche tutto il merchandising già prodotto, distribuito e in gran perte non ancora venduto.
L’Olimpiade del 2021, sperando che il mondo tra un anno sia veramente in grado di potersela godere a pieno, sarà così un evento ancora più speciale.