di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 Ore
Mezzi pubblici affollatati all’inverosimile con treni, bus e tram che sfidano la legge fisica dell’incompentetrabilità dei corpi.
Aria irrespirabile, caldo asfissiante in ogni stagione e virus diffusi in un aerosol concentrato.
Trasporti e distanziamento sociale
Questa è la fotografia del mondo dei trasporti collettivi dell’era pre-coronavirus. Un mondo che probabilmente non esisterà più, almeno per un bel po’ di tempo.
Infatti, con la crisi del Covid-19 sta emergendo una nuova sfida per la mobilità: come mantenere il necessario social distancing su un treno di pendolari o su un metrò ed evitare nuove ondate della pandemia? Un’impresa difficile, forse impossibile.
La soluzione è l’automobile
Ed è per questo che la soluzione, una volta avviata la ripresa della vita normale, si chiama automobile.
Sì, la vituperata quattro ruote individuale, osteggiata da politici ecoradicalchic e intellettuali della mobilità nuova, sostenibile (per chi?) e collettiva.
In questa fase drammatica di pandemia il mezzo più sicuro per sé e per gli altri è l’auto.
Altro che mascherine improvvisate e foulard, nelle nostre macchine abbiamo filtri efficienti e nessuno può starnutirci addosso infettandoci. Occorre, dunque, un atto di coraggio da parte della politica per sostenere e favorire il trasporto automobilistico privato.
Combattere il traffico, non l’automobile
Per fare questo è necessario finalmente intraprendere misure per snellire i flussi di traffico.
E la tecnologia, anche a livello di soluzioni per Smart city, esiste e permette di fluidificare i flussi ed eliminare quei colli di bottiglia spesso messi ad arte per ostacolare l’uso dei mezzi privati.
Ora come ora, favorire il trasporto pubblico equivale a creare una bomba virologica e costituirebbe un attentato alla salute delle persone.
Quando usciremo dalla fase del lockdown l’auto privata deve tornare a essere la regina delle strade
Incentivare auto a basse emissioni
Ovviamente questo non vuol dire andare in giro con macchine fumanti e dunque quale migliore occasione per spingere e incentivare anche in chiave di ripresa economica le vendite di autovetture nuove.
Ma non solo quelle elettriche o ibride, tutte quante. Comprese le vituperate diesel.