Di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 Ore
La mobilità della Fase 2, quella del post lockdown sarà caotica. E questo è facilmente prevedibile.
Per alcuni mesi i mezzi pubblici non potranno offrire la massima capienza possibile perché sarà fondamentale garantire il distanzamento sociale antivirale. E questo significa code per prendere la metro o salire su un treno per pendolari.
Molte auto su strada
Una situazione che, inevitabilmente, spingerà molti a usare l’auto propria in massa. Facile immaginare che il sistema viario di una città come Milano o Roma andrà totalmente in tilt.
E con tale prospettiva sarebbe logico attuare iniziative per fluidifucare il traffico, anche tramite strumenti tecnologici come semafori intelligenti e incroci smart.
Emissioni e smog
Più traffico vuol dire più emissioni e smog. E non è più il momento di giocare alla “mobilità nuova”, di restingere carreggiate, fare imbuti per creare intoppi alle auto e costruire ciclabili larghe come autostrade.
Con l’emergenza traffico che si verrà a creare non si può immaginare di vedere nuove iniziative di traffic calming o, come si è sentito in questi giorni, di avviare lavori per nuove ciclabili al fine di favorire e sostenere la bicicletta come veicolo primario della fase 2.
La soluzione non è la bici
Diciamolo una volta per tutte. La bici è un bellissimo modo per muoversi ma ha grandi limiti: non si possono percorre grandi distanze, fare la spesa, portare i figli a scuola. Inoltre, il fattore meteo la penalizza e di certo non è una soluzione per i pendolari o per attraversare un’intera città come Milano.
Chi è allenato e ha voglia di farlo si accomodi pure in sella, ma non è il momento di sostenere azioni lobbistiche di ciclofanatici per i quali le due ruote a pedali sono un feticio totemico.
Nel post covid-19 ci dovremo muovere tutti al meglio, sarà difficile ed è il momento per le amministrazioni locali di fare scelte intelletualmente oneste e intelligenti.
Ztl e guerra al Diesel
Sarebbe anche il caso di eliminare Ztl, come la famigerata Area B di Milano, un giochetto che serve a rimpiguare le casse comunali, ma che non migliora sostanzialmente la qualità dell’aria.
Sono in molti che avranno bisogno di usare l’auto, non si può pensare più di fermare le diesel Euro 4 e procedere nella roadmap della insensata guerra all’automibile e della lotta al diesel.
Serve una moratoria, anche perché la crisi economica difficilmente potrà agevolare acquisti di auto nuove.
Un occhio di riguardo per il buon usato
Meglio dunque favorire l’usato più fresco in modo da far demolire magari le vecchie euro 3 diesel e far circolare le ben più pulite euro 5.
Tuttavia dagli amminstratori locali, come quelli romani, che riuscirono a bloccare la circolazione delle Euro 6, anche di quelle appena immatricolate, non ci aspettiamo nulla di buono.