L’idea del Superbonus per il rilancio economico applicata alla casa è del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
Il bonus fiscale è uno strumento che ha dimostrato negli anni di funzionare molto bene per le ristrutturazioni edilizie, il risparmio energetico, la messa in sicurezza antisismica.
Il Superbonus per essere efficace deve permettere sgravi fiscali vicini all’importo speso, come avviene già per l’antisismico con l’85%.
Il Superbonus per il rilancio economico si spinge molto in là, permettendo vantaggi nei confronti del Fisco per una cifra addirittura pari o superiore all’importo sborsato, quindi arrivando al 100% e fino al 110% dell’ammontare al quale viene applicato.
La casa prima di tutto
La prima preoccupazione del Governo, ha detto Fraccaro in interviste di questi giorni, è per la casa e l’edilizia. Il Superbonus per il rilancio economico partirà quindi da lì.
La casa è un caposaldo nell’economia delle famiglie italiane, che in oltre il 75% dei casi sono proprietarie dell’immobile in cui vivono (secondo i dati Istat ed Eurostat).
Anche l’edilizia ha un effetto volano notevole e provato sulle dinamiche economiche del nostro paese, pare quindi corretto metterla al centro del primo intervento in stile “cura da cavallo” per l’economia devastata dagli effetti del Coronavirus.
Tutti dicono ambiente
La terza gamba che fa stare in piedi l’operazione Superbonus è senz’altro l’ambiente.
Non vanno incentivati in modo indiscriminato gli interventi sulla casa, né l’edilizia in quanto tale. Va incentivato il settore della sostenibilità ambientale, capace di generare anche sostenibilità socio-economica.
La casa e il settore edilizio diventano così uno strumento per accelerare la transizione verso un sistema capace di creare sviluppo senza danneggiare l’ambiente e le condizioni socio-sanitarie da esso fortemente influenzate.
Adesso tocca all’auto
C’è però un altro dato di fatto dal quale non si può prescindere.
Oltre alla casa, l’altra grande protagonista dell’economia delle famiglie italiane è l’automobile.
Oggi tutti parlano di mobilità e anche io penso che l’auto vada sostanzialmente e sistematicamente riposizionata nella classifica dei mezzi di spostamento da utilizzare, specialmente in ambito cittadino.
Progettare nuove infrastrutture per il trasporto collettivo, organizzare modalità agili e perseguibili economicamente per attivare la micro–mobilità, recuperare l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto e non semplicemente come elemento ludico o strumento sportivo in tutte le città italiane sono punti che ogni amministratore deve avere nella sua agenda.
Ma l’automobile non viene sostituita dalle nuove modalità.
L’automobile rimane il mezzo di trasporto capace di garantire il massimo grado di libertà e va evoluta, non combattuta.
Superbonus automobile
Un Superbonus fiscale per l’automobile è importante e urgente. Per le famiglie, per il settore automobilistico che va ben oltre chi fabbrica e vende macchine.
L’auto da incentivare e premiare con il Superbonus fiscale ha caratteristiche incredibili, quanto già attuali:
- ha emissioni bassissime o nulle allo scarico,
- rappresenta un nodo chiave per le nuove infrastrutture di telecomunicazione,
- spinge il settore energetico verso l’utilizzo di vettori puliti e ricavati da fonti rinnovabili,
- stimola l’ulteriore digitalizzazione dell’intera popolazione italiana.
L’auto di cui molti amministratori oggi si vergognano addirittura di parlare, considerandola espressione di un vecchio modo di fare industria e produrre spostamenti urbani poco efficienti e inquinanti, non rappresenta la realtà dell’offerta automobilistica attuale e futura.
L’auto che si limita a bruciare petrolio per produrre inquinanti, e non può entrare a far parte di sistemi di gestione del traffico, dell’intermodalità di trasporto (insieme a bus, metro, treno, bici, micro-mobilità, taxi e car-sharing) e del parcheggio, non va incentivata.
Va sostituita dalle auto di nuova specie.