Per diffondere l’idrogeno nel mondo dei trasporti Hyundai Motor Group intende investire, insieme ai fornitori, l’equivalente di 6 miliardi di euro. Creando 51mila posti di lavoro entro il 2030 con una produzione di 700mila celle a combustibile, 500mila delle quali destinate a veicoli, il resto per navi, treni, droni, generatori di corrente.
Il piano FCEV 2030 Vision è presentato da Euisun Chung, executive vice chairman del gruppo coreano, in occasione dell’inaugurazione del secondo sito produttivo dedicato alle fuel cell dalla consociata Mobis.
Questa visione candida lo Hyundai Motor Group alla posizione di leader assoluto dell’idrogeno, non solo per la mobilità.
Lo scenario è disegnato da uno studio, realizzato dalla McKinsey, denominato “Hydrogen scaling up” per l’Hydrogen Council, l’associazione mondiale nata dopo il vertice di Davos del 2017 e che raduna al suo interno 53 multinazionali tra cui Audi, BMW, Daimler, Honda, Hyundai, Toyota e altre aziende di prima grandezza come Airbus, 3M, Shell, Bosch, Thyssemkrupp, Total che nel mondo hanno un giro di affari complessivo di 1.800 miliardi di euro e danno lavoro a 3,8 milioni di persone.
Lo studio della Mc Kinsey prevede per il 2050 che il 18% della domanda globale di energia sarà coperta dall’idrogeno, generando un’economia da 2.500 miliardi di dollari e 30 milioni di posti di lavoro, con il contemporaneo abbattimento delle emissioni annue di CO2 per 6 miliardi di tonnellate.
La ricerca di McKinsey stima anche che per il 2030 la domanda di sistemi a idrogeno si attesterà intorno ai 5,5-6,5 milioni di unità e che la loro adozione farà scendere del 10% i costi legati alla proprietà dei mezzi di trasporto. Per la metà del secolo l’idrogeno riguarderà secondo le proiezioni 15 milioni di auto in Giappone e un’abitazione su 20 negli USA.
La Hyundai ha già commercializzato un veicolo ad idrogeno di serie, la ix35 FCEV, presente anche in Italia con una piccola flotta che circola a Bolzano – dov’è per ora presente l’unico distributori di idrogeno in Italia che eroghi combustibile gassoso alla pressione di 700 bar. E ha da poco lanciato la Nexo, un nuovo modello di Suv a idrogeno che assicura un’autonomia di 666 km (secondo il ciclo di marcia WLTP). Il gruppo coreano è l’unico costruttore che ha un sito produttivo dedicato alle celle a combustibile, la cui capacità produttiva è di 3mila moduli all’anno (ogni stack della Nexo contiene 440 celle).
La mobilità elettrica, dunque, secondo queste analisi non potrà fare a meno dell’idrogeno.
La Hyundai ha inoltre stabilito recentemente un accordo di scambio di brevetti con l’Audi che apre anche a collaborazioni sulla componentistica o addirittura alla fornitura unidirezionale di sistemi a idrogeno da parte di Hyundai Mobis verso la casa tedesca e, eventualmente, le sue sorelle del gruppo Volkswagen.