Sostenibilità. Molti ne parlano, pochi la conoscono. La maggior parte la ignora e alcuni dicono addirittura che sia una pura invenzione teorica, che non esista in realtà un modo per definirla e quindi per realizzarla.
La politica norvegese Gro Harlem Brundtland ha presieduto dal 1983 al 1987 la commissione delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Alla conclusione dei suoi lavori, la commissione ha pubblicato nel 1987 il cosiddetto Rapporto Brundtland (dal nome della presidente della commissione) intitolato “Our common future”- Il futuro di tutti noi. Dal Rapporto Brundtland si arriva nel 1992 alla conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro, il primo grande incontro internazionale sullo stato del pianeta e sul suo futuro.
La definizione del rapporto Brundtland di sostenibilità è la più nota e la più usata nel mondo.
Lo sviluppo sostenibile soddisfa le necessità della generazione attuale, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze.
GLI SFIDANTI. FORZE E DEBOLEZZE
Società, cioè noi: io, te, la signora Maria e il signor Mario. Il modo in cui viviamo, la qualità della nostra vita e della nostra salute. Il nostro benessere. La società – tra gli sfidanti- è quello che parla. La sua caratteristica è la dialettica, il confronto, che diventa politica e conduce alle decisioni.
Storicamente la società è stata la protagonista più forte, ma oggi non è più vero. La più forte è l’economia.
Economia: la grande macchina economica nella quale siamo tutti coinvolti. Da lei dipendono gli stipendi, il prezzo della frutta, del pane e della benzina. Il costo dell’elettricità che pagano anche la signora Maria e il signor Mario. L’economia è quella che fa i conti. Troppo spesso senza guardare all’ambiente. E a volte perdendo di vista anche la società
Ambiente: è il protagonista più importante, perché ci contiene tutti. Ma anche il più debole, perché non parla e non fa i conti. Eppure senza Ambiente non possiamo esistere, noi stessi ne siamo parte.
CHE FUTURO FA
Sta vincendo l’economia, non c’è dubbio. Con la finanza e i suoi protagonisti che ci spingono in una direzione per molti versi sbagliata.
Ma l’ambiente inizia a far sentire la sua voce, attraverso segnali sempre più forti e oggi anche finalmente notati.
E la società inizia veramente a riflettere, spingendo la politica a decisioni che se attuate non sono ancora la risposta finale ma possono veramente iniziare a far cambiare le cose.
dico la mia, perché le cose possono cambiare. E spesso è meglio che cambino.
La mia opinione è nella definizione di sostenibilità.
Lo sviluppo sostenibile non consuma risorse, le usa e le riusa illimitatamente.
Il concetto di consumo di risorse non rigenerabili è l’essenza dell’insostenibilità.
I cicli chiusi delle risorse, oggi resi concetto economico grazie all’economia circolare, sono la chiave per uno sviluppo che non comprometta altro sviluppo. Presente, futuro o di altri che ancora non hanno accesso al benessere.