Di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 ore
A volte ritornano e ora sta scoppiando una nuova guerra ai Suv.
Avvisaglie a settembre
Le avvisaglie del nuovo attacco ai Suv le avevamo già sentite a settembre, nei giorni del salone di Francoforte, con attivisti ambientalisti in piazza. Manifestazioni green che da sempre ricordano quelle pilotate nei lontani anni ’80 da mamma Urss nella Germania Ovest e in mezza Europa contro gli euromissili.
Cosa sta succedendo?
Semplice: i movimenti culturali e di opinione aderenti al gretismo mondiale ora strillano contro i Suv accusati di essere brutti, sporchi e cattivi. Un copione gia visto tanti anni fa. Peccato che ora i cosiddetti Suv siano la tipologia di auto più venduta, che pesa sui volumi per circa il 40% delle immatricolazioni i molti paesi.
Lo studio della IEA
Nei giorni scorsi numerosi media online riportavamo un “magnifico” studio dell’Agenzia internazionale dell’energia secondo il quale
l’aumento della domanda di SUV sarebbe stato dal 2010 al 2018 il secondo maggior responsabile dell’incremento delle emissioni globali di CO2.
I numerosi articoli si guardavano bene dallo spiegare cosa siano i Suv (ed è una categoria molto variegata ed eterogenea). Inoltre si tratta di un’anticipazione di uno studio che sarà pubblicato il 13 novembre.
Attendiamo i dati ma abbiamo il sospetto che si tratti di una mossa per attaccare l’industria dell’auto con numeri ben confezionati per fare i titoloni contro il cattivo Suv di turno.
Dopo il Diesel, attacco ai Suv
Dopo le bordate contro diesel (motore efficiente che ha pagato le colpe dei trucchi di alcuni furbastri) è in arrivo una nuova cannonata.
E nei friday for future già immaginiamo le proteste contro i Suv indipendentemente dal fatto che siano piccoli, grandi o enormi, ibridi o elettrici.
Il gretismo mondiale ora ha un nuovo nemico facile da colpire: il Suv che nell’immaginario collettivo è macchina dei cattivi. Ma è solo una scusa per colpire tutta l’industria dell’auto. Appuntamento al 13 novembre