Entro alcuni mesi Ingolstadt avrà la sua terza stazione ferroviaria. Abbiamo pianificato e finanziato questo progetto insieme con le Ferrovie Tedesche, lo Stato della Baviera e la Città di Ingolstadt.
A parlare così non è un capo di governo, un ministro o un politico totale, tantomeno il responsabile di un azienda di trasporto. A pronunciare queste parole è stato Peter Kössler, membro del consiglio di amministrazione di Audi con delibera per Produzione e Logistica, pronunciandole lo scorso 14 marzo in occasione della presentazione annuale del bilancio.
Può sembrare strano – almeno alle orecchie di chi è abituato a vedere l’auto come alternativa agli altri mezzi di trasporto – che uno dei massimi esponenti dell’industria automobilistica parli di ferrovie promuovendone direttamente lo sviluppo fino a metterci soldi di tasca propria.
È ben strano che un sistema di trasporto che non sia quello su gomma sia considerato amico e necessario piuttosto che nemico potenziale per la vita stessa di un’azienda automobilistica che occupa circa 45mila persone, un terzo dell’intera popolazione di Ingolstadt. È ben strano infine che la ferrovia sia considerata una questione strategica, soprattutto se vista da questa parte delle Alpi in questo momento, visto che contemporaneamente si sviluppa un dibattito che giudica poco conveniente lo sviluppo di un sistema di trasporto su rotaia.
Le questioni sono diverse tra loro ma il grande tema è lo stesso e riguarda il ripensamento, la progettazione e la pianificazione di un diverso modo di muovere persone e merci.
In Germania, a all’Audi in particolare, sembra abbiano le idee chiare: sviluppare una logistica a basso impatto ambientale, mettendola anche a disposizione della collettività in modo da ridurre l’utilizzo proprio dell’automobile, migliora le performance ecologiche ed economiche dell’industria che la produce, anche se ha un costo immediato e anche se l’offerta non manca.
Stiamo infatti parlando della terza stazione in una città da 132mila abitanti. Un concetto che Kössler ha riassunto in una frase: «Molte delle nostre attività non trovano riflesso nei bilanci economici». È un modo diverso di produrre e di essere presenti sul territorio chiedendo la collaborazione di tutti gli attori, sia politici sia economici. Un modo che pare oggi interpretare questa presenza in modo responsabile e propositivo e non come la ragione per godere di sconti o eccezioni.
L’Audi – è proprio il caso di dirlo – crede nella rotaia: nel 2017 è stata la prima azienda ad avere una logistica ferroviaria carbon neutral e dal 2018 è a bilancio zero di CO2 anche lo stabilimento di Bruxelles dove viene prodotta la Audi E-Tron elettrica – e presto la Audi E-tron Sportback – e che viene letteralmente lambito dalla ferrovia.
La logistica, insieme all’ottimale utilizzo dell’energia, delle materie prime e dell’acqua rappresentano la base per abbattere le emissioni e l’impatto well to wheel ovvero l’impatto globale delle automobili, misurato non solo attraverso quello che emettono mentre marciano durante le loro vita, ma anche prima e dopo.
Audi ha l’obiettivo ridurre questo indice del 35% nel 2025 rispetto al 2010. Sono già al 23,7%, anche grazie alla ferrovia.