Il problema della wallbox per la ricarica domestica delle auto elettriche esiste.
Se si ha un’auto da attaccare alla presa, non è il caso di affidarsi alla sola Schuco e all’impianto tradizionale 220 V. Serve una wallbox almeno da 7 kW ma farla installare oggi ha un costo importante.
Enel X e le altre fanno orecchie da mercante
Mentre investono denaro nell’accaparramento di postazioni di ricarica su suolo pubblico, che domani varranno certamente oro, gli operatori dell’infrastruttura di ricarica non muovono un dito per favorire la diffusione di wallbox domestiche. Cosa che potrebbero fare azzerando le spese per il consumatore.
Per loro chi acquista un’auto elettrica è semplicemente un cliente sul quale fare business.
La wallbox non è gratis
L’impianto per portare la potenza desiderata presso il proprio garage viene venduto a caro prezzo.
La wallbox, essenziale per ricaricare in maniera adeguata e in condizioni di piena sicurezza, la deve pagare il cliente. Che però poi genera con le sue ricariche preziosa esperienza e preziosissimi dati per chi quell’attrezzatura gliel’ha venduta.
Ci stanno pensando le case auto
Quello che dovrebbe fare chi sta costruendo un intero nuovo settore di business sulla diffusione delle auto della nuova specie, stanno iniziando a farlo le case auto.
L’offerta di molti costruttori, per facilitare la vita agli ancora pionieristici clienti dell’elettrico e dell’ibrido plug-in, si sta orientando verso una formula che veda la wallbox di ricarica domestica gratis.
Esempio Hyundai Kona elettrica
La Hyundai offre la Kona elettrica a 299 euro al mese per 36 mesi, con anticipo zero e un valore residuo garantito di quasi 20.000 euro. E nell’offerta c’è la wallbox di Enel X gratis per la propria casa.