di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 Ore
Ritornano le citycar elettriche, le uniche auto alla spina che al momento hanno davvero senso.
Pensiamo alle città
Perché è in città che serve muoversi ad emissioni zero (e non parliamo di CO2) per poter contribuire alla qualità dell’aria (peraltro molto più alta di qualche anno fa nonostante gli allarmismi strumentali). E poter aggirare i blocchi alla circolazione di alcune municipalità, spesso assurdi e dettati da un combinato disposto di ignoranza, pregiudizio ideologico e interessi economici ancora tutti da chiarire.
Ma torniamo alle piccole da città.
Tre piccole gemelle elettriche
In queste settimane il gruppo Volkswagen ha aggiornato le tre gemelle elettriche: Vw e-Up, Seat Mii electric e Skoda CitiGo-e.
Ora vantano un’autonomia decente (260 km teorici) grazie a una batteria da 32,3 kWh che si ricarica in un’ora all’80 per cento. Per muoversi in città e sentirsi green non serve altro e la spesa è anche accettabile: meno di 25 mila euro e ci sono canoni da meno di 200 euro al mese.
Le tre vetture esistevano già ma l’autonomia sfiorava il ridicolo, ora con le versioni 2020 ritornano e accendono un faro.
Pochi fortunati non fanno la rivoluzione
Le grandi auto elettriche, le varie Audi e-tron, Mercedes Eqc e Jaguar I-Pace, sono oggetti che non possono fare davvero la rivoluzione perché destinate a quei happy few che si sono comprati o comprerebbero un modello Tesla, auto da altospendenti, “gente coi danè” per dirla alla milanese.
E le Tesla, va ricordato, non hanno una straordinaria autonomia perché io divino Elon Musk ha inventato le batterie magiche ma solo perché ha è stata scelta (senza limiti di budget anche per creare storytelling) una batteria enorme e per farlo aveva bisogno di un’auto grande come Model S per poterla ospitare.
Le grandi auto elettriche hanno bisogno di infrastrutture
Ora con l’aumento della densità energetica e la riduzione dei costi possono essere proposte citycar realmente utilizzabili. Appare, dunque chiaro che i bestioni elettrici non hanno un reale senso logico perché senza una rete di ricarica seria e capillare e magari autostradale restano confinate all’ambito urbano e suburbano.
Per viaggiare è meglio optare per una bella diesel o per una plug-in hybrid.
Piccole batterie significa piccolo impatto
E per inciso una elettrica piccola ha una batteria che è meno costosa da ricaricare (anche in termine di dispendio energetico) ed è facile da smaltire. Anche questa è sostenibilità vera perché non basta fare il teslaro con il “club dei più buoni” per fare bene al clima.