Va bene, ho deciso: passo all’auto elettrica. E se poi dovessi pentirmi?
Succede solo nel 5% dei casi.
Lo sostiene un’inchiesta condotta da Fully Charged, un canale YouTube britannico attivo da 8 anni.
Il canale ha pubblicato oltre 380 episodi e conta più di 384mila iscritti e un’audience media settimanale di 2 milioni di spettatori, numeri che ne fanno uno dei riferimenti mondiali per i veicoli elettrici e tutto quello che gli ruota intorno, non ultime le energie rinnovabili.
L’inchiesta si è svolta attraverso un questionario di 50 domande al quale hanno risposto 7.723 persone e chi tra questi già la possiede ha dato un responso assolutamente univoco.
L’auto con la spina piace e pochissimi tornerebbero indietro, anzi il 57% afferma che intende acquistarne una nuova entro i prossimi due anni.
Di questi, tre quarti vogliono un’auto elettrica, il restante invece è orientato verso una ibrida plug-in.
Molto interessante il fatto che l’88% di chi ha un’elettrica è pronto a cambiare marchio, un vero campanello d’allarme per i costruttori che la offrono a listino e devono quindi guardarsi con molta attenzione dalla concorrenza per una clientela che – in questa fase di veloce sviluppo e nuovi arrivi – manifesta un’effervescente propensione al cambiamento.
Proprio sulla clientela dell’auto elettrica, l’inchiesta fornisce anche un altro dato interessante.
I clienti attuali non acquistano l’auto elettrica per una particolare attenzione all’ambiente, ma perché sono interessati alle nuove tecnologie, in particolare quelle che riguardano la mobilità e l’energia.
In pratica 9 clienti su 10 lo confermano.
Mentre i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico valgono rispettivamente il 40% e il 44%.
L’84% manifesta un’attenzione spiccata per tutte le nuove forme di energia e le tecnologie ad esse correlate come i pannelli solari, le batterie, le reti intelligenti, il vehicle-to-grid e le pompe di calore. Non a caso il 69% di essi vuole passare ad un fornitore di energia verde.
Quanto ai fattori che frenano la scelta di un’auto ricaricabile, più della mancanza di un’infrastruttura di ricarica capillare, pesano il prezzo dell’auto nuova (33%) e il valore residuo dell’usato (14,9%) tradizionalmente un elemento molto considerato nel Regno Unito.
Fattori che comunque non riescono a compensare la consapevolezza che i costi di gestione sono significativamente inferiori.
Il mercato britannico del 2018 si è chiuso con 2,37 milioni di unità (-6,8%) e dicembre ha visto il 21° mese di calo consecutivo.
L’aumento delle auto a benzina (+8,7%) e il crollo del diesel (-29,6%) ha causato un aumento delle emissioni medie di CO2 (124,5 g/km, +2,9%), parzialmente compensato dai 141.270 AFV (Alternative Fuel Vehicles) con un aumento del 21% e una predominanza dell’ibrido che vale per circa il 57%.
Salgono le ibride plug-in del 25%, meno le elettriche (+14%) con 15.474 immatricolazioni, ovvero lo 0,7% del mercato nonostante un incentivo di 3.500 sterline che nel 2016 ne valeva 5mila e 4.500 nel 2017.