di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 Ore
Dopo il blocco indiscriminato delle auto private di Roma, anche Milano ha deciso di bloccare la circolazione domenica scorsa.
Motivazione? L’emergenza smog. Ma gli stessi vertici del Comune hanno confermato a denti più o meno stretti che il blocco non serve a diminuire il livello di inquinanti.
Il mostro automobile
Ha infatti palesemente una spaventosa motivazione liberticida: quella di educare i cittadini, spingerli a liberarsi del “mostro auto”.
Un oggetto brutto, sporco e cattivo.
Siamo al trionfo dello stato etico, della quasi-dittatura, delle ordinanze ingiuste e giustificate per fini “culturali”.
E in questa assurdità, abbiamo assistito a un’altra aberrazione: il permesso di circolazione dato alle auto elettriche, alle costose auto green per gli happy few di Milano.
Su Instagram il trionfo degli Happy few
In un post su Instagram abbiamo visto selfie di famosi influencer su scooter elettrici ai semafori e dietro di loro un plotone di Tesla e di altre vetture elettriche super lusso.
Gli elettro-automobilisti buoni e fedeli al verbo del nuovo regime green hanno conquistato la città.
Forse costoro non sanno che freni e pneumatici delle loro auto emettono polveri sottili e che anche la produzione e lo smaltimento delle loro auto non è così green. E neppure il pieno di energia elettrica.
Un blocco ideologico
Il blocco di Milano è avvenuto a prescindere da ogni logica. E a conferma della sua inutilità pratica, inoltre, l’amministrazione milanese ha anche detto che una delle maggiori cause dell’inquinamento sono le caldaie ed entro il 2023 verranno abolite quelle a gasolio.
Si è invece evidentemente voluto dare un messaggio chiaro e tecnologicamente non neutrale per spingere a comprare auto elettriche. E in questo vediamo interessi economici sostenuti da ideologie e preconcetti.
E per accorgersi di questo basta fare un giro su Facebook dove il popolo degli ecotalebani ha dato sfoggio di disprezzo per la democrazia con post verbalmente violenti (spesso scritti da profili sospetti, probabilmente dei troll al servizio di aree politiche ben definite) contro le voci di dissenso.
Lo smog in città come Milano è certo un problema grave (meno di anni fa a dire il vero) e invece di cercare di migliorare la qualità dell’aria con inziative serie si preferiscono azioni contrarie al buon senso.
Cori digitali
E sempre dal popolo dei social (quello dei pedalatori radical chic che abitano in centro) si levano cori digitali:
Vogliamo lo stop tutte le domeniche.
E leggere questi post su Facebook non fa che confermare quelli che diceva Umberto Eco: “I social network hanno dato voce a legioni di imbecilli”.