Quello composto da Coronavirus e automobile è un binomio che caratterizzerà il nostro futuro.
Cercavamo tutti la tecnologia dirompente, quella che avrebbe cambiato l’auto per sempre.
Guida autonoma, capacità di volo, zero emissioni
La guida autonoma, capace di far arrivare l’auto sotto casa da sola.
Oppure la capacità di volo a bassa quota da terrazzo a terrazzo, sogno già dei nostri nonni.
O anche la trazione elettrica, con batterie al litio sotto l’abitacolo oppure idrogeno nel serbatoio, ma comunque senza cilindri, né pistoni.
Nulla di tutto questo
Invece sarà il Coronavirus, quindi la natura, a cambiare l’automobile. Non la tecnologia.
Il mondo dopo la pandemia di Coronavirus non sarà più lo stesso, questo è sicuro.
Ma l’emergenza ambientale non sarà stata superata soltanto perchè, a causa di un inedito blocco praticamente globale delle attività, le emissioni si sono momentaneamente ridotte. Il cambiamento climatico rimarrà nelle nostre agende, non può essere altrimenti visto che i suoi effetti sono già sotto gli occhi di chi ha voglia di vederli.
Anche l’inquinamento, mitigato in certi suoi aspetti dagli stessi motivi di stasi socio-economica che hanno limitato le emissioni di CO2 durante l’emergenza, sarà ancora lì ad aspettarci appena rimetteremo il naso fuori di casa.
Un diverso peso della scienza
Ciò che cambierà, dopo la pandemia, sarà la voglia dei popoli e dei governi di ascoltare la scienza.
L’esperienza Coronavirus ci sta insegnando molto, mentre ci toglie la libertà di muoverci, incontrarci e ci fa contare un numero di morti che non avremmo mai immaginato di dover vedere.
Ci insegna soprattutto che in futuro sarà saggio ascoltare di più il parere, prima che diventi grido d’allarme, degli scienziati.
Coronavirus e automobile del futuro
L’auto cambierà più di quanto avevamo previsto noi innovatori.
A cambiarla sarà il potentissimo cocktail dato dalla fusione del tragico ciclone socio-economico-psicologico chiamato Covid-19, con l’avanzata galoppante dei cambiamenti climatici e con le nuove consapevolezze, relative alla pericolosità dell’inquinamento locale, che usciranno proprio dall’esperienza Coronavirus.
Non sarà un’auto retrograda
Chi pensa a un’auto retrograda, a basso tenore tecnologico e alte emissioni tollerate a causa delle difficoltà economiche che andranno affrontate , si sbaglia di grosso.
Nessuna grande crisi mondiale ha mai prodotto un ritorno al passato. Anzi.
Più è scioccante e tragica la crisi, più si salta in avanti all’uscita dal tunnel.
Tecnologia e industria post-global
L’auto disegnata dalla natura sarà in grado di evitare gli incidenti ed avrà zero emissioni allo scarico.
Fin qui nulla di nuovo rispetto alle attese precedenti rispetto alla grande crisi del Coronavirus.
Ma sarà prodotta da un’industria post-globale, che non darà per scontato il flusso di materiali, componenti e uomini tra i diversi continenti a prescindere dal costo energetico, ambientale e anche socio-economico che ciò comporta.
E questo cambierà tutto. Perchè appena l’automobile ridiventerà un prodotto ad elevato contenuto locale allora la ricerca, l’impresa, il lavoro e la passione potranno ripartire attorno a questo oggetto meraviglioso.
L’auto che guida da sola deve interagire con nuove infrastrutture, inevitabilmente locali.
L’auto che non emette nulla e rispetta la natura – che l’ha disegnata – utilizza prodotti ed energie rinnovabili frutto del territorio nel quale si muove.
L’ingegno e le fabbriche, da cui usciranno queste nuove armonie, avranno portata globale ma riflessi culturali ed economici saldamente locali.
L’auto dopo il Coronavirus sarà migliore.
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