Un’autorità in grado di stabilire le auto più efficienti, ovvero quelle che utilizzano meno combustibile, riducendo al minimo o addirittura annullando le emissioni allo scarico, in condizioni di utilizzo reale e per tutta la loro vita.
È questa la missione del Green NCAP, il consorzio che vuole ripercorrere in campo ambientale le orme dell’EuroNCAP, ovvero l’ente che, nato per valutare su base indipendente la sicurezza delle automobili. L’EuroNCAP è diventato il riferimento con standard sempre più sfidanti e comunque più difficili da raggiungere rispetto a quelli minimi quelli fissati dai sistemi ufficiali di omologazione. Il Green NCAP vuole fare altrettanto saggiando le prestazioni ambientali di un’automobile, attraverso un capitolato in continua evoluzione, dotato di standard più esigenti e realistici rispetto a quelli omologativi, e strutture di prova indipendenti, che nulla hanno a che fare con i costruttori.
Del consorzio fanno parte la FIA – Federazione Internazionale dell’Auto e diversi enti governativi, tecnici e automobil club. Per l’Italia partecipano al consorzio l’Aci e CSI Automotive. Le vetture scelte per il test inoltre vengono acquistate in incognito attraverso i normali concessionari affinché vi sia la certezza assoluta che siano le stesse che vanno in mano ai normali clienti. I test vengono svolti in laboratorio e su strada sfruttando, come base di partenza, gli standard WLTC, ma andando ben oltre.
Per quelli in laboratorio infatti viene utilizzata una temperatura di riferimento di 14 °C, ma con le luci e il climatizzatore accesi e utilizzando una gamma più ampia di carichi per il motore con velocità fino a 130 km/h e più accelerazioni da 80 a 130 km/h. I test inoltre valutano la funzionalità dei sistemi di post trattamento ripetendo più volte la stessa procedura e in condizioni diverse di temperatura, cambiando anche le modalità di guida impostabili a bordo del veicolo. Ancora più probanti sono i test su strada. Tanto per cominciare, rispetto a quanto previsto dal WLTC, la gamma di temperature va da -7 a 35 °C invece di 0-30 °C e quella altimetrica è di 0-1.300 mslm invece di 0-700 mslm
. Le misurazioni, così come nei test RDE (Real Driving Emissions) previsti dal WLTC, sono condotte con l’ausilio di un sistema di misurazione portatile definito tecnicamente PEMS (Portable Emissions Measurement System) e installato direttamente sul veicolo. Il Green NCAP si occupa anche di misurare tutte le forme di resistenza che il veicolo deve superare – massa, aerodinamica, meccanica (trasmissione) e rotolamento degli pneumatici – per valutare quanta dell’energia prodotta dal suo powertrain sia poi realmente trasformata in movimento.
Gli standard tuttavia sono in continua evoluzione e il Green NCAP ha già fissato una roadmap da qui al 2030 che culminerà con una completa valutazione well-to-wheel e che prevede la definizione entro il 2020 di una procedura per le auto ibride, più complessa rispetto a quella delle auto con sistema di propulsione a benzina o gasolio ed elettriche.
Nel frattempo sono già state testate le prime automobili alle quali vengono assegnati un voto globale da 0 a 5 stelle accanto ad una valutazione di inquinamento e ad un’altra di efficienza energetica. Ebbene le migliori sono ovviamente due auto elettriche, la BMW i3 e la Hyundai Ioniq elettrica con 5 stelle. Tra le tradizionali svetta la Volkswagen up! GTI (4 stelle.) Mentre a sorpresa non hanno sfigurato un Suv come la Bmw X1 sDrive18d e l’Audi A7 Sportback 50 TDI Quattro.
Ma siamo solo all’inizio.