La Daimler per il futuro delle batterie al litio punta sul silicio.
Il silicio riguarda quindi il futuro dell’auto non solo per l’elettronica di bordo, ma anche per l’accumulo energetico a bordo.
Ne è convinta Daimler che ha acquistato una quota di partecipazione della Sila Nanotechnologies. Questa operazione da 170 milioni di dollari dà alla casa tedesca il diritto di sedere all’interno del consiglio di amministrazione dell’azienda di Alameda, in California.
Silicio al posto della grafite
La Sila ha sviluppato batterie agli ioni di litio i cui elettrodi sono costituiti di una speciale lega a base di silicio al posto della grafite. Questa soluzione permetterebbe di avere un miglioramento del 20% in termini di densità di energia, di durata ai cicli, di prestazioni e di velocità di ricarica. Anche se la Sila ritiene che si possa arrivare a miglioramenti del 40%.
Un bel balzo in avanti rispetto al ritmo dell’1-2% che le batterie al litio tradizionali hanno dimostrato di conquistare ogni anno e ottenibile con un materiale abbondante, facile da reperire. Che fa già parte della filiera industriale, dunque perfettamente gestibile e con un impatto positivo sui costi.
Gli altri azionisti
La Daimler non è l’unica a puntare sul silicio, Entra a far parte di un nutrito pool di investitori, finanziari e tecnologici, presenti nell’azienda fondata nel 2011. Il gruppo comprende grandi fondi di investimento (Bessemer Venture Partners, Chengwei Capital, In-Q-Tel, Matrix Partners e Sutter Hill Ventures). Oltre a investitori ibridi come la 8VC – un gruppo di imprenditori, ingegneri, finanzieri e persino filosofi – e veri e propri giganti presenti direttamente o attraverso venture capital. Come nel caso di Next47 (Siemens).
Oltre a firme note a tutti, come Daimler e Samsung, c’è anche la cinese Amperex Technology Limited ovvero il più grande produttore al mondo di celle agli ioni di litio.
Da parte della case automobilistiche continua insomma la campagna strategica di reclutamento presso aziende “verticali” ad alta specializzazione tecnologica. Che raccolgono anche capitali “orizzontali” ovvero provenienti da venture capital e private equity. E da aziende che si rivolgono ai consumatori e che, pur avendo esperienza, denaro e grandi risorse dedicate a ricerca e sviluppo, da sole non bastano più a se stesse. Così si organizzano per avere perlomeno un diritto di prelazione sulle start-up più promettenti.
La Amperex è tra i fornitori della stessa casa automobilistica tedesca che ha già stabilito, al proposito, contratti di acquisto per oltre 20 miliardi di euro. Questo fiume di celle sarà poi assemblato da Daimler all’interno delle proprie dirette consociate German Accumotive e Li-Tec Battery.
per le batterie Nove stabilimenti in tre continenti
A regime, German Accumotive e Li-Tec Battery avranno 9 stabilimenti in 3 continenti e produrranno le batterie destinate alla gamma EQ di Mercedes: dalle mild hybrid a 48 Volt fino alle elettriche e alle fuel cell.
Nel 2022 tutti i modelli della gamma Mercedes saranno elettrificati grazie ad un investimento di oltre 10 miliardi. Mentre le auto elettriche pure riguarderanno dal 15 al 25% delle vendite di Daimler entro il 2025.
Lo scenario
Questo dimostra che lo scenario tecnologico, industriale e finanziario che riguarda l’auto elettrica è ancora molto fluido e rischioso, dunque speculativo.
Nessuna casa automobilistica può compiere una scelta unica e definitiva. La Daimler che punta sul silicio, dimostra come l’auto si avvicini ancora di più al mondo dell’elettronica di consumo.