DI MARIO CIANFLONE – GIORNALISTA DEL SOLE 24 ORE
Elettrificazione. È questa la password che decodifica il presente (e il futuro) dell’auto.
Ed è un codice che non prevede solo auto 100% a batteria, ma soprattutto ibride, ibride plug-in e anche le criticabili mild hybrid. Insomma, un sacco di complicazioni meccaniche introdotte per far fronte a normative dettate da una politica europea che nei confronti dell’industria dell’auto sembra aver perso il senso della misura e delle proporzioni.
L’auto è il capro espiatorio nella lotta alle emissioni di CO2, considerata a torto la massima produttrice di una gas che non è un un’inquinante ma un climalterante. Peccato che l’auto pesi per una parte minore sulle emissioni antropiche di anidride carbonica ma paga per tutti: è un bersaglio facile, da colpire. E da affondare. Purtroppo danneggiare l’automotive, un settore che solo in Italia produce l’11% del pil, non è una idea intelligente e ne pagheremo presto le conseguenze sia occupazionali sia in termini di maggiore spese per gli automobilisti.
Le case per far fronte alle normative anti CO2 decisamente non neutrali dal punto di vista tecnologico sono infatti costrette a “elettrificare” la gamma. Peccato che le elettriche pure resteranno a lungo regalate a una nicchia per pochi alto spendenti mentre gli altri dovranno acquistare ibride dai ridotti vantaggi pratici in fatto di consumo o le mild hybrid, che di ibrido hanno solo il nome insieme a un’efficacia scarsa se non addirittura nulla in termini di riduzione dei consumi e delle emissioni.
Molte case (compresa recentemente Ford) hanno a abbracciato il verbo dell’elettrificazione. E se da una parte l’ibrido plug-in può forse aver senso in città (al netto dei costi maggiori) il mild hybrid invece è quasi un bel “barbatrucco”: un passo obbligato per abbassare la media delle emissioni e mettere un bel badge Hybrid su una macchina convenzionale.
Ed è una mossa che serve al marketing delle case per vendere autovetture in un momento di mercato drogato dalle campagne di amministratori locali contro i motori a combustione e diesel in particolare. E cosi un motorino a 48 volt (in alcuni casi a 12) senza alcun effettivo compito di trazione permette di conquistare una patente green, e fintanto che sarà possibile omologarle come ibride, queste vetture potranno pure varcare le tante Ztl delle città.
Insomma, sembra di assistere al classico sonno della ragione che crea mostri.