DI MARIO CIANFLONE – GIORNALISTA DEL SOLE 24 ORE
Benzina, diesel ed elettrica. “Energia á la carte” come quella della nuova Peugeot 208 che, svelata in questi giorni al salone di Ginevra sarà offerta in edizione termica o in versione alla spina. È questo l’approccio che mi piace all’auto elettrica. Non un singolo modello alla spina, idolatrato, totemico e iconicamente “no oil” ma una macchina che si sceglie in funzione di esigenze e di preconcetti politici.
Oppure solo perché è cool.
La 208 è un game changer che abbatte il muro tra mondo elettrico e quello termico e assicura una transizione intelligente in base alla stima di criteri razionali come la valutazione dei propri spostamenti e non, per citare il grande Lucio Battisti, “in preda a facili entusiasmi per (eco) ideologie alla moda“.
E c’è un altro punto che ci piace della 208: il fatto che la versione EV mantiene lo stesso look sportivo delle sorelle che si muovono bruciando benzina e gasolio.
Chi lo ha detto infatti che le elettriche devo essere tristi e prive di grinta estetica? Magari come una Tesla Model 3 con il suo muso inespressivo?
L’elettrico deve essere, infatti, una scelta libera e consapevole. I limiti delle vetture alla spina restano al momento tanti e di notevole entità. Non deve essere imposto dall’alto, da una politica dalla dubbia buona fede o che effettua scelta sulla base di studi “indipendenti” e di “scienza condivisa” sulla pericolosità per la salute delle vetture a combustione interna (soprattutto diesel).