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Il made in Italy che non si vede, componentistica vincente sul mercato globale

Made in Italy componentistica

Il Made in Italy dell’auto vince con la sua voglia di eccellere, senza timori reverenziali nei confronti di realtà industriali molto più grandi presenti sul mercato globale.

Alla base delle fantastiche storie di successo di aziende italiane della componentistica, delle attrezzature e del post-vendita ci sono coraggio, creatività e tanta qualità.

Made in Italy Fiat 500 storica


Si tratta del made in Italy meno conosciuto del settore auto, ma non del meno importante. Vale ben 5 miliardi l’anno di saldo attivo nella bilancia dei pagamenti del Paese, secondo i dati dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA).
L’attuale crisi dell’industria dell’auto, stretta tra la concorrenza crescente dei produttori cinesi e un’evoluzione tecnologica senza precedenti, pone sfide inedite a tutta la filiera nazionale, che può però contare su alcuni punti di forza emersi con evidenza all’appuntamento romano degli Autopromotec Talks.


Emblematica è l’avventura della Dino Paoli Srl di Reggio Emilia, realtà industriale di dimensioni medio-piccole che produce avvitatori professionali alto di gamma, capaci di arrivare ad essere un riferimento in Formula 1 e nella NASCAR americana. Tutto grazie alla continua attenzione all’innovazione e alla cura del dettaglio.

Dino Paoli avvitatori Motorsport


Esiste una strada maestra per creare nuova e maggiore occupazione in questo settore, invece di perderne come sta accadendo e potrebbe continuare ad accadere nei prossimi anni: perseguire l’innovazione e fare sistema con la ricerca e la formazione delle nostre università, eccellenze diffuse nel paese, proprio come le PMI della filiera automobilistica.

Il terzo degli Autopromotec Talks, serie di incontri di avvicinamento alla manifestazione fieristica che si svolgerà dal 21 al 24 maggio 2025 a Bologna, mette al centro dell’attenzione il Made in Italy meno conosciuto del settore auto, ma non il meno importante. “Il 75% del valore di una vettura – spiega Gianmarco Giorda, direttore generale dell’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) – è rappresentato dalla componentistica. Coerentemente con questo valore, ad ogni posto di lavoro negli impianti di produzione di automobili ne corrispondono altri tre nelle aziende fornitrici di componenti”. L’importanza del settore per l’Italia è evidente, visto che la componentistica per auto è protagonista del nostro export, con un saldo economico positivo che vale da oltre trent’anni – secondo i dati forniti dall’Anfia – più di cinque miliardi di euro.

Made in Italy logo

L’attuale crisi dell’industria dell’auto, stretta tra la concorrenza crescente dei produttori cinesi e un’evoluzione tecnologica senza precedenti, pone sfide inedite a tutta la filiera nazionale, che può però contare su alcuni punti di forza emersi con evidenza all’Autopromotec Talk di Roma. La OMCN di Bergamo, azienda produttrice di ponti sollevatori per officina, rappresenta un riferimento in termini di qualità e attenzione alla sicurezza per l’intero settore, tanto da essere stata protagonista – insieme alla legislazione italiana di settore, in questo caso all’avanguardia nel mondo – della messa a punto delle recenti norme europee di standardizzazione, contenenti requisiti più stringenti a garanzia di una maggiore protezione degli operatori. L’eccellenza del made in Italy emerge anche dai prodotti per la pulizia dei veicoli, come evidenziato da Antonio Cirillo della Kimicar. In Italia ci sono circa venti aziende produttrici di detergenti per auto (contro le sei della Germania), per il 95% di proprietà nazionale e capaci di esportare anche all’estero grazie ad elevati standard qualitativi e di attenzione all’ambiente, perfezionati grazie a una normativa di compatibilità ambientale particolarmente severa nel nostro paese.

Bande tricolori Fiat 500

Protagonisti dell’incontro romano anche i sistemi di lavaggio con Carlo Costamagna, presidente di Federlavaggi. Il comparto genera un giro d’affari complessivo di 2,5 miliardi di euro l’anno, con il 50% del fatturato proveniente da esportazioni e una forza lavoro di mille persone, alle quali si aggiungono rivenditori, gestori e operatori degli oltre 14.000 impianti di lavaggio attivi in Italia. Luciano Palmitessa, Ceo della Unigom, azienda leader nei componenti in gomma e acciaio, essenziali per la sicurezza, il confort e l’affidabilità dei veicoli, accende i riflettori sulla rete di assistenza e riparazione degli operatori indipendenti che conta in Italia 90.000 officine, carrozzerie e gommisti, serviti da 800 distributori e 4.800 ricambisti.

Gianni Menghini, presidente della Meclube, fiore all’occhiello della progettazione e produzione italiana nelle apparecchiature di lubrificazione per officine, ci tiene a specificare: “Quello che fa la differenza è la cura per le cose belle e ben fatte tipica del nostro paese. Da noi è tutto completamente made in Italy, entra la materia prima ed esce il prodotto. E anche i nostri fornitori sono tutti ed esclusivamente italiani”.

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