La città laboratorio di Woven City in Giappone potrà realizzare un sogno ricorrente dei ricercatori di tutto il mondo.
Chi cerca ogni giorno di mettere a punto nuove soluzioni tecnologiche per la mobilità, l’energia, la vita personale e sociale delle persone, si scontra puntualmente con l’impossibilità di testarle in condizioni reali. Questo soprattuto per il costo proibitivo rappresentato dall’adattamento delle infrastrutture esistenti alle condizioni richieste.
Perchè una città laboratorio
Finisce così che ogni soluzione realmente rivoluzionaria viene sperimentata soltanto in parte prima di arrivare all’applicazione reale. E soltanto in condizioni parziali di laboratorio, ben distanti da quelle esistenti al di fuori dell’ambiente di ricerca.
L’esigenza di poter disporre di condizioni reali per la sperimentazioni delle nuove tecnologie è comune a tutti i centri di ricerca del pianeta.
Nessuno ha realmente a disposizione una città che funga da laboratorio. Si cerca così di applicare le innovazioni in nuovi quartieri, campus universitari, aree residenziali riservate e aree naturali protette.
Evoluzione continua
In Giappone, proprio sotto il monte Fuji, inizia a prendere forma nella realtà il concetto di città laboratorio.
Voluta dalla Toyota, la nuova città di Woven City è destinata a rappresentare il contesto reale, nato da zero e con le giuste premesse in termini di continua evolvibilità delle soluzioni, dove sperimentare e sviluppare le tecnologie per il mondo di domani.
Un’intera città, quindi, fondata su un’area di 70 ettari precedentemente occupata da un impianto di produzione della Toyota, capace di accogliere tutte le innovazioni possibili in tema di connettività, mobilità, robotica, intelligenza artificiale.
Un passo avanti
La novità più affascinante, rispetto ad altri esempi esistenti al mondo di città orientate ad ospitare le migliori soluzioni in termini di compatibilità ambientale, efficienza energetica o qualità della vita, è che si tratta di una vera e propria piattaforma di sviluppo tecnologico.
Una città reale, quindi, abitata inizialmente da circa 360 residenti che diventeranno presto oltre duemila, che non nasce per avere le migliori soluzioni possibili, ma per permetterne lo sviluppo.
Un passo avanti rispetto ad ogni quartiere o urbanizzazione futuristica e futuribile finora progettata.
Realmente abitata
La persone che vivranno Woven City dovranno poter lavorare, muoversi, vivere il loro tempo libero.
Proprio gli abitanti saranno cruciali per guidare questo gigantesco esperimento senza precedenti. Tra di loro ci saranno dipendenti della Toyota, ma anche scienziati e ricercatori messi nelle condizioni di vedere applicate le loro innovazioni in un ambiente nato per accoglierle.
La realizzazione urbanistica dovrà costantemente trasformarsi e integrare le più avanzate infrastrutture dal punto di vista dell’accesso all’energia, alle telecomunicazioni, alla mobilità.
Progettata da Bjarke Ingels
La città è progettata dalla Toyota in collaborazione con l’archistar danese Bjarke Ingels, che ha firmato alcuni dei progetti più interessanti degli ultimi anni come il Two World Trade Center di New York, la Lego House in Danimarca e il complesso che ospita la sede centrale di Google a Mountain View, in California.
Sostenibilità totale
La completa sostenibilità dell’abitato e delle attività che vi si svolgono è ottenuta con un largo utilizzo di materiali da costruzione naturali come il legno, con processi di fabbricazione che uniscono tecniche tradizionali a futuristici metodi robotizzati.
I tetti sono provvisti di pannelli fotovoltaici per la produzione di elettricità e il sistema energetico integra l’utilizzo di idrogeno e celle a combustibile.
La mobilità, che rappresenta ovviamente uno dei temi di principale importanza del progetto, prevede un intreccio di percorsi rigorosamente pedonali con una viabilità dedicata a mezzi a guida autonoma e una per i micro-veicoli di mobilità personale.
La distribuzione delle merci avviene attraverso una rete di collegamento sotterranea.
Il tutto ad emissioni zero e con ampie zone verdi che si intersecano con le strade e circondano le abitazioni.
Collaborazioni internazionali
Il progetto della città del futuro che nasce da zero, completamente contemporanea rispetto agli studi che ne sviluppano le tecnologie e le soluzioni, apre il campo a collaborazioni internazionali che potranno fare di Toyota Woven City una vera piattaforma globale di sviluppo e dimostrazione.
Tre punti fermi
Il progetto ha tre punti fermi, ribaditi da Akio Toyoda, presidente della Toyota, alla posa della prima pietra:
Woven City deve essere incentrata sull’uomo, rappresentare un laboratorio vivente e mantenersi in continua evoluzione.
Clicca qui e leggi il mio articolo su Woven City scritto per Repubblica.