Ineos Grenadier a idrogeno, dopo essere stata presentata mesi fa in forma statica, mette le ruote sul terreno reale e lo fa accettando la sfida di una prova in fuoristrada.
Non poteva essere altrimenti per un’auto nata per durare trent’anni – in base alle informazioni fornite dalla casa – e per affrontare qualsiasi terreno, in qualsiasi condizione e in ogni angolo del pianeta.
Zero emissioni grazie all’idrogeno
Le versioni sul mercato sono mosse da motori a benzina e Diesel della Bmw, mentre il prototipo a zero emissioni messa a punto dagli ingegneri della Ineos ha trazione esclusivamente elettrica ed è alimentata a idrogeno con celle a combustibile.
Anche in questo caso la soluzione propulsiva è frutto di una collaborazione con la Bmw. La Ineos Grenadier Hydrogen utilizza infatti lo stesso sistema energetico della Bmw iX5 Hydrogen, da poco lanciata in piccola serie dalla casa di Monaco, sviluppato attorno a celle a combustibile fornite dalla Toyota.
L’operazione idrogeno della Ineos si presenta come molto seria. Per dimostrarlo, la giovanissima casa inglese sceglie il centro prove di Millbrook, a poco più di un’ora di macchina da Londra, che mette a disposizione dei percorsi di prova in fuoristrada di estrema difficoltà, utilizzati addirittura dalla British Army per testare i suoi mezzi, carri armati compresi.
Test duro in fuoristrada
La prova in fuoristrada della Grenadier Hydrogen è resa ancora più significativa dalla possibilità di guidare sullo stesso impegnativo itinerario, con pendenze da vertigini sia frontali che trasversali, alti dossi sfalsati sui due lati e sterrato misto, tutte le versioni dell’auto.
La prova del prototipo a idrogeno, quindi, è esposta al paragone diretto con il comportamento delle Grenadier a benzina e Diesel, capaci di superare con disinvoltura tutte le situazioni più complicate.
Risultato sorprendente
Il risultato è sorprendente. Specialmente nei tratti ad elevata pendenza con sosta allo scollinamento, la trazione elettrica con celle a combustibile a idrogeno garantisce il miglior controllo dell’avanzamento, sia per qualità di marcia che per precisione nella risposta.
È veramente notevole il risultato raggiunto degli ingegneri Ineos, capaci di gestire l’alimentazione e la fuoriuscita regolare dell’acqua di scarico dalle celle a combustibile in condizioni – quasi inedite – di forte pendenza.
Lynn Calder, Ceo di Ineos Automotive
“Abbiamo investito alcuni milioni di sterline nello sviluppo della versione a idrogeno – dice Lynn Calder, Ceo di Ineos Automotive – con risultati eccellenti. Adesso però, per andare avanti aspettiamo che le istituzioni politiche prendano atto della necessità di diffondere più soluzioni di trazione, non soltanto l’elettrico a batterie, e realizzino le condizioni per lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento e delle tecnologie necessarie”.
La guida in fuoristrada estremo della Grenadier Hydrogen a Millbrook dimostra che l’impresa della decarbonizzazione è possibile, anche dove non te l’aspetti e anche con soluzioni diverse rispetto all’elettrico a batterie. Un fallimento sulla strada delle zero emissioni, alla luce di queste evidenze, prende la forma di una macchia imperdonabile.
“La sostenibilità – afferma Lynn Calder, Ceo dell’azienda – è al centro della strategia della Ineos Automotive e il nostro prossimo modello Ineos Fusilier avrà trazione elettrica. Riteniamo però che per garantire l’utilizzo dei nostri fuoristrada anche in aree remote di ogni continente, il motore a combustione interna rimanga un protagonista indiscutibile. Per questo la Fusilier avrà due versioni, una soltanto elettrica a batterie e l’altra anche con un serbatoio per il combustibile tradizionale e un motore a pistoni come range extender, capace cioè di generare elettricità a bordo permettendo all’auto di avanzare anche in mancanza di ricariche esterne”.