Dopo la notizia relativa alla consegna della prima Papamobile a idrogeno a Papa Francesco, emergono i dettagli dell’auto e della consegna.
Il Santo Padre ha ricevuto in dono una trasformazione della Toyota Mirai alimentata ad idrogeno appositamente realizzata per i Suoi spostamenti e adibita a prima Papamobile a idrogeno della storia.
Sua Santità ha ricevuto il dono dalla Conferenza Episcopale Giapponese, alla quale la Toyota aveva consegnato due Toyota Mirai alimentata ad idrogeno realizzate per le esigenze di mobilità del Papa in occasione del suo Viaggio Apostolico in Giappone del scorso novembre.
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La consegna del veicolo è avvenuta nella giornata di mercoledì 7 Ottobre, proprio nei pressi della Domus Sanctae Marthae, residenza del Santo Padre all’interno dello Stato della Città del Vaticano.
Alla cerimonia erano presenti padre Domenico Makoto Wada, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Giapponese e Seiji Okada, Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede.
In rappresentanza della Toyota, era presente una Delegazione composta da sei persone, guidata da Miguel Fonseca, Senior Vice President di Toyota Motor Europe, e da Mauro Caruccio, Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia.
La vettura, ovviamente di colore bianco, ha una lunghezza di 5,1 metri ed un’altezza incluso il tetto di 2,7 metri.
La Toyota Mirai – parola che in giapponese significa futuro – è la prima berlina alimentata a idrogeno prodotta in serie dal 2014.
Il suo sistema di trazione elettrico funziona grazie ad elettricità prodotta direttamente a bordo da celle a combustibile alimentate da idrogeno gassoso compresso alla pressione di 700 bar.
Con un rifornimento completo La Toyota Mirai a idrogeno è in grado di percorrere circa 500 Km e la sua unica emissione è vapore d’acqua.
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La prima Papamobile a idrogeno della storia ha quindi caratteristiche pienamente coerenti rispetto alla grande sensibilità di Papa Francesco verso i temi ambientali, chiaramente espressi e consegnati alla riflessione globale nel 2015 con l’enciclica “Laudato sì“.
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La Terra e l’equilibrio naturale sono in quello scritto ben identificati e descritti come “casa comune” da preservare e curare con nuova e urgente attenzione.