DI MARIO CIANFLONE – GIORNALISTA DEL SOLE 24 ORE
Demonizzare una tecnologia e esaltarne un’altra è sempre stato un errore.
E se c’è un mondo industriale dove ci sono le guerre di religione quello è l’hi-tech, dai tempi della battaglia tra personal computer Windows e Apple Macintosh, fino alla lotta più recente tra Android e iOS. Ma in fondo qui si tratta di smartphone, di giocattoli digitali.
Ben più grave è quando la guerra di religione riguarda l’automobile e i suoi motori. E qui stiamo assistendo, anche sui social network, alla creazione di opposti schieramenti: da una parte i pasdaran dei motori termici, quelli che senza sound wroom wroom si sentono menomati, dall’altra i talebani dell’elettrico che credono di salvare il pianeta e guardano gli altri con un insopportabile ecosnobbismo.
Ci sono fan boy dell’ibrido senza se e senza ma, per non parlare poi degli estremisti del “car free” che magari abitano in centro città, hanno un lavoro che gli permette di vivere slow e muoversi contando le margherite.
Per loro nessun altro ha il diritto di spostarsi come desidera e come ha bisogno
E ci sono anche i Teslari, maniaci del brand californiano che non accettano altro verbo che non sia quello pronunciato dal divino Elon.
Stiamo ovviamente calcando la mano, anche perché da fuori queste liti tra fazioni fanno sorridere nella loro drammaticità perché fanno perdere di vista il punto chiave: muoversi liberamente cercando di inquinare e spendere minori risorse ambientali ed economiche.
Al momento non si vedono ricette magiche buone per tutti e ogni tipo di powertrain ha un suo senso in funzione dell’uso che si intende fare dell’automobile.
Il diesel è e resta la scelta migliore se si fanno tanti chilometri: sorride il portafogli e nel frattempo si emette poca CO2.
I benzina sono perfetti per le auto piccole ma i grossi Suv con motori di piccola cubatura e supercavallati ci fanno storcere il naso perché poi i consumi reali sono alti. E allora il diesel ritorna a essere la scelta più sensata.
Il full hybrid è valido in città ma se si fanno le extraurbane non ha molto senso, mentre il plug-in hybrid sembra essere l’uovo di colombo ma costa caro.
E le elettriche? Beh quelle belle e performanti sono auto da ricchi veri, mentre le altre sono vetturette che viaggiano in riserva. Ma le cose stanno cambiando con reti più capillari e con auto come la nuova Peugeot 208 prima auto di segmento B tecnologicamente neutrale: può essere scelta con motore a benzina, diesel o elettrica.
Insomma una macchina che non appartiene a uno schieramento ma punta sulla libertà di scelta.
È la libertà è uno dei valori indiscussi dell’automobile.