Di Mario Cianflone – Giornalista del Sole 24 Ore
Un sacco di soldi e di tecnologie per elettrificare l’automobile a suon di motori ibridi e mild hybrid. Investimenti miliardari dall’incerto ritorno sacrificati sull’altare, sacrosanto, della riduzione di emissioni e consumi.
Il nodo delle emissioni
Tutto per rientrare in normative, quelle UE, che tecnologicamente assai poco neutrali sui climalteranti, impongono dal 2021 un limite di soli 95 grammi di CO2 per chilometro sulla media della gamma di ogni costruttore.
Più volte questi limititi sono stati additati come politicamente punitivi per l’industria dell’auto (che peraltro ha un impatto esiguo sulle emisioni globali) e stabiliti con lo scopo ultimo di stroncare i motori a combustione interna. In numerose occasioni esponenti di primo piano come Carlos Tavares, numero uno di Psa, e analisti industriali hanno lanciato allarmi sul dissesto economico, occupazionale e produttivo che deriverà da questa guerra all’auto lanciata dalla UE.
Il regalo alla Cina
Senza considerare il regalo che si sta facendo ai cinesi alla loro industria dell’auto e delle batterie. Un regalo enorme: l’azzeramento del gap tecnologico.
La sensazione è che si sia appicato un incendio e che questo sia ora del tutto fuori controllo. E il rischio è ridurre in macerie l’industria dell’automobile senza ottenere alcun vantaggi nella protezione dell’ambiente.
Obesità automobilistica
Ma non era più sensato introdurre norme sulle dimensioni il peso delle vetture per evitare di andare in giro con mega suv, mild hybrid, grossi come la corazzata Bismark?