Il bus elettrico Menarinibus mostra la strada da seguire per la riconversione della filiera automobilistica italiana.
Elettrificazione della trazione, vettori energetici a zero emissioni come elettricità e idrogeno, riapertura di centri ricerca e impianti di produzione.
In sintesi, creazione di prodotti e posti di lavoro di qualità, destinati a durare e a produrre valore e benessere in futuro.
Questa è sostenibilità.
Dopo l’elettrico arriva l’ibrido
La MenariniBus, storico marchio italiano di autobus rinato soltanto tre anni fa grazie a soldi pubblici, dopo aver lanciato il MenariniBus Citymood 12e, primo modello di bus elettrico made in Italy, conferma anche l’arrivo della versione ibrida.
“Il Citymood 12e nella versione 12 metri – afferma Antonio Liguori, presidente di Industria Italiana Autobus, gruppo al quale appartiene il marchio – è già in produzione ed è competitivo per dotazioni tecnologiche, autonomia ed economicità di gestione. Alle spalle c’è una piattaforma di assistenza integrata che fornisce un supporto totale ai clienti anche e soprattutto da remoto. A breve andranno in produzione anche i modelli a 8 e 18 metri e stiamo lavorando all’ibrido e alla versione a idrogeno”.
Gamma completa
La gamma del MenariniBus Citymood è attualmente composta da modelli Diesel di ultima generazione, a metano (sia gassoso che liquido) ed elettrico a batterie.
Entro il prossimo anno avrà anche l’ibrido-elettrico e allo studio, per la doppia motorizzazione, ci sono sia la più convenzionale tecnologia con motore diesel, batterie e motore elettrico, sia l’ancora più ecologico accoppiamento di alimentazione a metano e sistema elettrico.
Anche a idrogeno
La versione a idrogeno è prevista dal piano industriale entro il 2023. “Bisogna farsi trovare pronti anche in questa che, per ora, è soltanto una nicchia – continua Liguori – ma sulla quale i nostri concorrenti internazionali stanno da tempo lavorando e investendo. Sono certo che il nostro gruppo sarà tenersi al passo”.
Soldi pubblici
Un programma ambizioso, che fino ad oggi grazie all’ingresso nel capitale sociale di Industria Italiana Autobus delle società pubbliche Invitalia (42%) e Leonardo (30%) accanto alla turca Karsan, ha permesso di riaprire lo stabilimento campano di Flumeri (ex Irisbus), in provincia di Avellino, e di rilanciare il centro di ricerca e sviluppo Menarini a Bologna, dotato anche di una piccola capacità produttiva.
Sono così rientrate dalla cassa integrazione – che andava avanti anche da otto anni – circa 400 persone e sono stati assunti 150 nuovi addetti.
Obiettivo rilancio
“Il punto di arrivo – spiega il presidente Antonio Liguori – è rappresentato dalla completa ristrutturazione e dal rilancio dei siti produttivi di Bologna e Flumeri. Parliamo di due stabilimenti che erano passati attraverso una gravissima crisi e che erano sostanzialmente chiusi. Grazie agli azionisti pubblici e ai governi che non hanno fatto mai mancare risorse, sono stati completamente riprogettati e riportati a una piena competitività. Il punto di partenza è costituito proprio dai tecnici dell’engineering di Bologna e dai lavoratori dello stabilimento di Flumeri i quali, mentre riorganizzavano linee e processi produttivi, lavoravano alacremente per consentire di presentare a tempo record il primo autobus elettrico completamente italiano, evitando che la concorrenza riempisse nel frattempo ogni spazio utile di mercato”.
Servono le gare
Perché la crescita possa proseguire, tutto dipende dall’avvio di gare per il ricambio del parco autobus delle città in Italia e a livello internazionale.
Nel 2021 non sono state bandite tutte le gare previste, ma con i fondi europei e nazionali destinati al rilancio e alla decarbonizzazione del trasporto pubblico, dal 2022 dovrebbero partire molti acquisti di autobus sia nel nostro paese, sia nel resto d’Europa e in Nord Africa – dove il gruppo è presente commercialmente – per tutte le tipologie di trazione presenti nel listino MenariniBus.
Filiera nazionale
L’obiettivo più ambizioso e interessante del gruppo Industria Italiana Autobus e degli investimenti pubblici che lo interessano, è la creazione di un’intera nuova filiera nazionale per la fornitura di tutti i componenti necessari alla produzione dei modelli con trazioni più innovative, dall’elettrico, all’ibrido e all’idrogeno.
Motori e batterie del neonato bus elettrico MenariniBus Citymood 12e, infatti, arrivano attualmente dalla Germania e sono forniti rispettivamente dalla Siemens e dalla Akasol.
Un primo successo di filiera nazionale è già stato ottenuto e riguarda l’impianto di climatizzazione con pompe di calore, che è prodotto in Italia e prevede soluzioni all’avanguardia a livello internazionale.