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PopMove, il subaffitto dell’auto diventa carsharing

Il subaffitto potrebbe essere la prossima frontiera della mobilità e, per farlo, ora c’è PopMove, il nuovo social mobility network che permette di condividere l’auto presa in noleggio a lungo termine in modo da guadagnarci scalando il costo del canone mensile. PopMove nasce dalla collaborazione tra ALD Automotive e Hurry, portale di mobilità che mette in vetrina le offerte di ALD, l’usato in uscita dalle sue flotte e alcuni dei suoi prodotti più innovativi come Ricaricar e il noleggio di auto usate.

Utilizzare l’autO di qualcun altro

L’idea di PopMove nasce dalla stessa considerazione che alla base del car sharing: le auto rimangono inattive per il almeno il 90% del loro tempo, dunque meglio disfarsene e condividerla quando serve. Questo ragionamento nasceva dall’idea di alienare la proprietà della vettura, ma è identico per un’auto presa a noleggio a lungo termine. Una volta si trattava di un prodotto destinato alle aziende, ma negli ultimi anni la sua diffusione presso il pubblico privato è stata esponenziale. Secondo i dati dell’Aniasa – l’associazione che riunisce le aziende di autonoleggio, carsharing e telematica per la gestione delle flotte – sono oramai 50mila i privati che hanno scelto questa formula.

Meglio condividere che non usare

Si parla da tempo di come massimizzare l’utilizzo dell’auto “abituale”. Molti sono scettici sul fatto che un proprietario possa prestare l’auto ad uno sconosciuto del quale non sa nulla. Va però detto che proprio il carsharing ha avviato una rivoluzione culturale che ha portato a vedere l’auto non più come un oggetto da possedere o un investimento, quanto piuttosto come uno strumento di mobilità, un servizio per il quale pagare nella misura in cui se ne fruisce. Proprio su questo spostamento culturale l’idea del condividere la vettura presa in affitto potrebbe funzionare. In fondo, non si sta prestando la propria automobile. Se poi succede qualcosa, ci pensa il noleggiatore che, alla bisogna, fornisce anche un’auto sostitutiva.

La community ti può giudicare

E poi non si tratta di un semplice servizio, ma di una community, un po’ come BlaBlaBla Car: ogni volta che dai un passaggio ricevi una recensione e, se i tuoi comportamenti non sono idonei, vieni escluso dalle segnalazioni e dai giudizi degli stessi utenti. PopMove funziona proprio così: è una community nella quale si incontrano i PopDriver e PopMover. I primi sono coloro che prendono l’auto in affitto, quelli che potremmo definire gli utenti primari, e la vogliono condividere. I secondi sono invece gli utenti secondari, quelli che usufruiscono dell’auto in car sharing. Per i PopMover ALD ha predisposto un contratto apposito che si chiama PopGo. Rispetto ai contratti standard, ha comprese le coperture per furto e kasko senza franchigia e la sua sottoscrizione implica il montaggio sulla vettura di una OBU (On Board Unit) come quelle che troviamo sulle auto di Enjoy e Car2go.

L’incentivo alla condivisione

Nel caso del PopGo base, il canone è addirittura ridotto, c’è l’obbligo di condividere l’auto almeno 24 giorni ogni 6 mesi e a loro va il 40% del prezzo praticato al PopDriver. Con il PopGo premium, il canone è uguale ad uno standard, non ci sono obblighi e dà diritto ad intascare l’80% del ricavato. Per diventare PopDriver basta meno: si scarica l’app, ci si registra gratuitamente e si sceglie tra le auto messe a disposizione tra i locatari-utenti-condivisori. Tutto avviene tramite app: non ci si contatta, non ci si vede per le chiavi e l’auto si sblocca e si chiude con lo smartphone. Tre le differenze con il car sharing free floating: non ci sono limiti territoriali, ma non c’è la liberta di lasciare l’auto dove si vuole e infine il tempo di noleggio va da un minuto a 29 giorni.

Il club dei condivisori

Ma c’è un altro aspetto molto interessante ed è la possibilità di costruire la propria sottocommunity. Si può cioè scegliere di condividere la propria vettura con i propri parenti, i propri condomini, i membri dello stesso club… ma possono farlo con i propri clienti i concessionari o qualsiasi altra organizzazione commerciale. L’idea è suggestiva e potrebbe suscitare un ulteriore passaggio culturale: non solo rinunciare all’auto di proprietà affittandola, ma affittarla per poterla condividere. Secondo i calcoli di PopMove, con il pacchetto base ci vogliono di 5-7 giorni di condivisione per pareggiare il canone, con il Premium si sale a 13-16 giorni. In entrambi i casi, c’è potenzialmente margine non solo per ripagarsi la quota mensile, ma addirittura di guadagnare. Sarebbe un autentico paradosso poiché è opinione di tutti gli osservatori che tutti i servizi di carsharing non sono profittevoli. Ciononostante, le tariffe di PopMove sono più convenienti degli altri servizi di carsharing – si parte da 13 centesimi al minuto – e sono concorrenziali con il rent-a-car.

Una campagna che punta in basso

Può funzionare? Intanto sta funzionando la campagna pubblicitaria di affissione che gioca sull’equivoco. “Cercasi scambisti” è il suo claim, semplice ma capace di stimolare la fantasia, anche perché nessuno poteva immaginare di che cosa si trattasse. Ora che l’arcano è stato svelato, molto dipenderà proprio dal guadagno concreto che i PopMover troveranno nel subaffittare la vettura che hanno preso in affitto e della quale, dopotutto, non gli interessa poi molto: basta che gli costi poco anzi, se possibile, che gli faccia guadagnare qualcosa. Di sicuro, potrebbe essere questo il modo migliore per togliersi qualche sfizio o sperimentare auto ibride o elettriche. PopMove potrebbe dunque diventare uno strumento di diffusione della novità scardinando molte barriere mentali.

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