Il Recovery Plan Italia è visto come un grande salvadanaio da rompere il prima possibile per dividersi il bottino.
Certo, siamo in una condizione difficile dal punto di vista socio-economico e la sete di denaro è più che comprensibile. Però scambiare uno strumento politico e strategico – prima ancora che economico – per un mero serbatoio di denaro pubblico da distribuire per alimentare un ipotetico infinito benessere sarebbe l’errore del secolo.
I soldi da soli non bastano
La realtà è spietata. Per quanto grande, visto che vale la cifra enorme di oltre duecento miliardi di euro, il Recovery Fund europeo non ci basterà a lungo.
Anzi, non ci basterà affatto se vogliamo utilizzarlo come unica leva per alimentare l’agognato ritorno alla tranquillità (per alcuni), oppure la costruzione di un nuovo benessere (per tutti o quasi).
Siamo sempre più disastrati a causa della pandemia, dalla quale usciremo soltanto dopo aver trascorso ancora parecchi e durissimi mesi a distanziarci, chiudere, evitare occasioni di contagio.
Percepire l’Occasione
Quello che serve davvero è percepire l’Occasione – quella con la “O” maiuscola – e non azzannarsi gli uni con gli altri per accaparrarsi una parte più o meno consistente del gruzzolo. Che se utilizzato in questo modo finirà molto presto e senza lasciare nulla di buono.
L’Occasione è già scritta nel documento europeo e nelle linee di destinazione previste per i soldi in arrivo.
Eppure, nessuno lo dice. Si fa a gara per spiegare agli Italiani quali siano i settori che potranno beneficiare dei nuovi finanziamenti, quali le infrastrutture. E si arriva addirittura a dettagliare – in incontri con le categorie – le possibili micro-ricadute del fiume di denaro in arrivo.
E non si spiega che l’Europa Unita, di cui l’Italia è membro fondatore e in questo caso anche attivo, ha finalmente definito una visione per il suo futuro.
Ecco qual è l’Occasione
L’Europa ha deciso di finanziare il piano Next Generation Europe per arrivare a potersi definire nel corso dei prossimi tre decenni (anni Duemilaventi, Duemilatrenta e Duemilaquaranta): verde, digitale e resiliente.
L’Occasione è enorme, quanto semplice.
La mano pubblica deve attivare grandi linee di co-finanziamento e grandi progetti infrastrutturali, oltre che politiche industriali, economiche, ambientali e sociali finalizzate alla visione di un’Italia sostenibile.
Basta una parola, infatti, per riassumere tutti i concetti chiave del nuovo sviluppo che possiamo costruire.
La parola è Sostenibilità e sarà lei a salvarci, non il denaro che se speso diversamente finirà presto lasciando macerie.
Clicca qui e leggi l’articolo con VIDEO Sostenibilità, la parola che salverà il pianeta.
Come funziona
Lo sviluppo socio-economico di cui abbiamo bisogno non si costruisce con 209 miliardi di euro. E nemmeno con il doppio.
Lo sviluppo di cui abbiamo bisogno si costruisce con un obiettivo fermo, chiaro a tutti e che guarda al futuro.
I finanziamenti, i progetti, le linee di credito attivate dal Recovery Plan Italia devono mettere in moto l’iniziativa privata, l’energia di ogni singolo cittadino.
Se è così, i miliardi a disposizione non sono quelli del Recovery Fund, ma dieci volte di più perchè si attiva il vero meccanismo dello sviluppo socio-economico.
Fatto di idee, imprenditorialità e iniziative, anche di volontariato orientato a raggiungere l’obiettivo.
Rendere inutile il Recovery Fund
L’obiettivo dal Recovery Plan, quindi, non deve essere quello di spartire nel modo migliore i soldi del Recovery Fund europeo.
L’obiettivo deve essere di rendere inutile al più presto il ricorso a quel prestito.
Perchè la macchina dell’Italia sostenibile è in grado di finanziarsi da sola in misura enormemente maggiore rispetto alle sole quote previste o prevedibili anche dalla più illuminata spartizione.