Snam (attraverso Snam4mobility), Toyota Motor Italia, Toyota Motor Europe e CaetanoBus uniscono le forze per promuovere e accelerare la mobilità ad idrogeno. La collaborazione, sancita da una lettera di intenti, ha come obiettivo fornire soluzioni integrate di mobilità (e non solo) attraverso progetti specifici da realizzare in Italia e in Europa.
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Meno parole e più fatti
La novità dunque è proprio nella specificità e nell’orientamento al cliente. Finora Toyota e la stessa Snam avevano formulato accordi che parlavano di generica collaborazione riguardanti parti della catena del valore dell’idrogeno come la produzione e il rifornimento. Sono dunque accordi b2b a carattere industriale, sperimentale e dimostrativo.
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Questa lettera di intenti invece stabilisce che saranno svolte congiuntamente attività di analisi, di ricerca sul mercato e di sperimentazione che hanno come oggetto progetti di mobilità a idrogeno “end-to-end”. Tali progetti riguardano direttamente imprese, soggetti privati, pubbliche amministrazioni e comunità locali.
Tutti gli anelli della catena
Per farlo ci sono effettivamente tutti gli attori necessari. Snam ha il know-how per produrre, stoccare e distribuire l’idrogeno inserendolo in sistemi energetici a tutto tondo. Toyota produce automobili a idrogeno e possiede probabilmente le migliori tecnologie che riguardano i serbatoi, il rifornimento e le fuel cell.
Gli stack Toyota di ultima generazione sono concepiti modularmente e sono già utilizzati dagli autobus Sora, prodotti in Giappone dalla stessa Toyota, e da quelli di CaetanoBus. Toyota ha già dimostrato le potenzialità dei propri stack anche per la nautica, il trasporto pesante e ferroviario e per utilizzi stazionari o di cogenerazione.
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Verso soluzioni integrate
Toyota ci mette in più anche Kinto, la società di mobilità che può fornire il denaro e il know-how per definire l’offerta finale, commerciale e finanziaria, al cliente. Il suo ruolo potenziale dunque è essere l’ultimo anello della catena del valore, quello di congiunzione con il mercato.
Quale potrebbe essere lo scenario ideale? Il cliente è un ente locale o un’industria che vuole abbattere la propria impronta di CO2 a favore della collettività, dell’immagine e del bilancio. Snam dunque fornisce i sistemi di produzione, distribuzione e rifornimento oltre all’integrazione con i sistemi energetici esistenti.
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Ecosistemi integrati per seminare l’idrogeno
Toyota fornisce le automobili per la flotta e/o gli stack, Caetano i bus e Kinto ha il ruolo di creare il pacchetto con i servizi per formulare la proposta commerciale. Potrà essere così? Per l’idrogeno ci sono piani importanti, ma l’Italia parte in ritardo ed è necessario costruire infrastrutture.
La creazione di ecosistemi locali integrati potrebbe essere una strada per mettere il seme giusto. L’obiettivo è creare la società dell’idrogeno o una società nella quale l’idrogeno abbia una parte. È un bene che l’idrogeno sia già al centro del dibattito politico ed istituzionale. È un bene che l’industria dell’energia e della mobilità siano pronte a cogliere ogni opportunità per creare la catena del valore necessaria.