Tanto tuonò che alla fine piovve. I tuoni erano stati due apparizioni al Ces con due prototipi di vetture. La pioggia è che la Sony entra nel mondo automotive e lo fa con una joint-venture insieme ad Honda in vista del debutto su mercato per il 2025.
Chi attende e chi osa
L’evento è ancora più rilevante perché da tempo i tuoni si sentono anche dal versante dell’elettronica di consumo e della telefonia, ma è la Sony a compiere il grande salto come costruttore. Prima della società di Minato ci aveva provato in proprio la Dyson, e vi ha rinunciato. Apple continua a meditare, ma non c’è ancora alcun segno tangibile.
Foxconn chi?!
Vero è che già Foxconn ha annunciato una mossa analoga nei mesi scorsi. Si vocifera anche che sarà la società di Taiwan (che già produce i suoi smartphone) a dare una mano ad Apple. Ma la differenza è proprio nel brand: Sony è un marchio globale spendibile commercialmente mentre Foxconn è un attore industriale.
L’automobile fa paura
Nel frattempo gli altri giganti (Panasonic, LG, Samsung, Google…) nicchiano o si accontentano di essere fornitori di tecnologia. È la logica conseguenza del fatto che l’auto è sempre più batteria, elettronica e software. Eppure la complessità del mondo automotive spaventa anche le aziende più ricche e forti.
A Honda le auto, a Sony i servizi
La lettera di intenti firmata lo scorso 4 marzo da Honda Motor Co. e Sony Group Corporation prevede un’alleanza strategica per la mobilità, i servizi di mobilità dunque sviluppo e commercializzazione di auto elettriche e dei relativi servizi. La joint-venture avrà un nome ed un assetto definitivi entro la fine del 2022.
Le affinità complementari
L’obiettivo è mettere insieme le capacità di sviluppo e applicazione di Sony per l’immagine, la sensoristica, telecomunicazioni, reti e intrattenimento insieme a quelle di Honda. Parliamo di sviluppo dei prodotti e della loro industrializzazione e di attività post-vendita che rimangono gli aspetti più specifici dei produttori di automobili. E non solo.
L’abitudine alla complessità
Honda può mettere in campo capacità davvero uniche. Oltre ad essere il più grande produttore di motori al mondo, il costruttore giapponese sviluppa, vende e assiste a livello globale una varietà incredibile di prodotti: dal minigeneratore domestico agli aerei jet business, passando per i motocicli e le automobili.
Due esperienze per una nuova esperienza
Trattasi dunque di un connubio che appare pronto ad affrontare tutte le complessità del caso mescolando il meglio dei due mondi. La convergenza riguarda non solo i processi industriali, ma anche le modalità di fruizione, i canali di distribuzione e di contatto con i clienti. In definitiva: vuole creare una nuova esperienza.
Un nuovo pubblico
Del resto, tale convergenza è stata avviata da tempo. E non riguarda solo la tecnologia di bordo e i contenuti, ma anche la forma, il tipo di pubblico a cui ci si rivolge e, ancor prima per i luoghi. Non è infatti un mistero che le manifestazioni come il CES di Las Vegas siano diventate saloni dell’automobile.
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Alla ricerca di un business model
E non si tratta solo di una questione di immagine legata alle tecnologie, ma anche di clientela. Intercettare la nuove generazioni, sempre meno sensibili al fascino dell’automobile, ma sempre bisognose di muoversi attraverso nuove modalità, è un’esigenza imprescindibile per adattare il modello di business ai tempi.
Le Vision non erano un gioco
La Sony ha fatto l’inverso: al CES, accanto ai suoi televisori e alle sue famose consolle da gioco, ha presentato nel 2020 la berlina Vision-S e nel 2022 il Suv Vision-S 02. Circostanza che ha automaticamente ribattezzato la prima come Vision S-01. Nel 2021 Sony aveva invece fatto circolare le prime foto del prototipo marciante.
Sony Mobility, software per l’elettrico
Con la Vision-S 01 Sony aveva annunciato di aver lavorato insieme a Bosch, ZF e Magna ovvero tra i più grandi fornitori del settore automotive. Svelando la S 02 nel 2022 era stata annunciata la costituzione della Sony Mobility, con l’intento di entrare nel settore automotive nel campo del software per l’auto elettrica.
Non solo competenze
Tutto sembrava terribilmente simile a quello che era spesso successo. Le Vision S erano dunque semplici dimostratori e la Sony si sarebbe ritagliata un ruolo come fornitrice di competenze che conosce molto bene: la batteria agli ioni di litio e suo il software di gestione. Nessuno poteva pensare ad Honda.
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Tutte cose della Rete
D’altro canto, già le idee presenti all’interno della Honda e avvicinano molto l’automobile ad uno spazio mobile di intrattenimento. Con un design minimale quanto sofisticato. Al centro, l’idea che l’automobile, come qualsiasi device contemporaneo, debba essere elettrico, ricaricabile, connesso e definito a partire dal software.
Il design della tecnologia
Da questo punto di vista, un’automobile e una Playstation hanno già molto da spartire. Non a caso, per presentare i concetti di base della Vision S, la Sony mandò in avanscoperta un designer e uno dei massimi vertici dell’azienda, responsabile per uno dei settori più promettenti per l’interfaccia uomo-macchina.
Intelligenza ed autonomia
Nel primo caso parliamo del direttore creativo Daisuke Ishii, a capo di un team i cui unici membri non giapponesi sono Henrik Erbeus e l’italiana Linda Lissola. Nel secondo di Izumi Kawanishi, vice presidente nonché responsabile per l’intelligenza artificiale. Per l’auto questo vuol dire guida autonoma e servizi in cloud.
L’imbarazzo della scelta
Alla luce di questo accordo, le Vision S assumono un fascino ancora maggiore, per molti aspetti. Il primo è che sono coinvolti due giganti. Il secondo è che la loro compenetrazione potenziale è enorme. Il terzo è che ci sono campi nei quali Honda e Sony potrebbero persino essere concorrenti tecnologiche.
Inaspettatamente concorrenti
Per i motori elettrici e le batterie non è detto che Honda abbia la meglio sulla Sony. E chi dice che non possa accadere viceversa per la sensoristica e l’intelligenza artificiale? Honda vi lavora da molto tempo, come dimostra Asimo. Il robot ha fatto da palestra a diverse tecnologie che sono state poi applicate ad auto e moto.
Partire dal seminato
C’è infine da chiedersi quali e quante saranno le Sony-Honda. Probabile che si parta dalle Vision in termini di concetti e design. Entrambe le Vision S sono lunghe 4.895 mm e hanno un passo di ben 3.030 mm. Dunque condividono la stessa piattaforma. Hanno due motori da 200 kW, uno anteriore e uno posteriore, e sospensioni pneumatiche.
L’ovale come forma di incontro
La 01 è larga 1,90 metri, alta 1,45 e monta ruote su cerchi da 21”. La 02 è larga 1,93, alta 1,65 e ha un abitacolo configurabile fino a 7 posti. Il design per entrambe è ispirato all’ovale, simbolo di apertura alle varie tecnologie. Plancia a tutto schermo e retrovisori sostituiti da telecamere ricordano quelli della Honda e.
Ci vorrebbe un logo, anzi no
Rimangono molte altre domande alle quali nei prossimi mesi saranno date risposte. Ma la fantasia porta a chiedersi come si chiamerà questo nuovo brand congiunto e quale sarà il suo logo. Le Vision S lo hanno già: due linee che partono da lontano e, prima di incontrarsi deviano diventando parallele.
A chiare lettere
Sony ha creato altri brand e lettering di grandi successo. Anche Honda utilizza il marchio dell’ala d’oro per le moto e il nome per esteso per le automobili. Dunque sarebbe più naturale che così avvenisse con le nuove Honda-Sony. Per il nome, potrebbe essere suggestiva la crasi Sonda, un nome che evoca esplorazione e scoperta e che fa pari e patta: due lettere per uno e quella centrale in comune.
Il brand che sa creare brand
Una cosa è sicura. Sony è un brand di una tale potenza da poter supportare altri brand rendendoli, allo stesso tempo, riconoscibili come tali e riconducibili a chi li ha creati. Anche Honda ha tutto l’interesse a creare un’entità terza per un motivo molto semplice: se fosse bastata a se stessa, non avrebbe fatto un accordo con Sony.