Il superbonus auto ancora non lo nomina nessuno.
Le strategie per la ripartenza economica nel post-Coronavirus sono partite dalla casa, con il superbonus del 110 % per le ristrutturazioni mirate alla maggiore compatibilità ambientale e al risparmio energetico.
Per il rilancio, però, serve una politica industriale coraggiosa, innovativa e urgente.
Non ci sono posizioni da mantenere, ci sono piuttosto campioni da spodestare per poterne prendere il posto in un mondo che andrà ancora più velocemente di prima e in Europa non aspetterà certo gli ultimi per tendere loro la mano.
Aggressività fiscale
Ben venga un’aggressività fiscale nei confronti di tutti quelli che ci portano via aziende e attività commerciali.
Iniziando ovviamente da Olanda e Lussemburgo, parenti serpenti che fanno i benpensanti a parole in Europa ma non trovano nulla di sbagliato nel mangiare coi nostri soldi, il nostro lavoro e la nostra creatività.
Aggressività industriale
Ma non basta. Serve anche un’aggressività industriale che preservi e rilanci l’industria meccanica di eccellenza, settore nel quale nel mondo siamo i più grandi concorrenti dei tedeschi.
Dire industria oggi significa incrociare la manifattura con la digitalizzazione e le telecomunicazioni. Questo è sotto gli occhi di tutti, non esiste meccanismo moderno che non abbia un sistema di controllo e non vada predisposto per un collegamento remoto.
L’auto è strategica
Il prodotto principe di questa rivoluzione destinata a far incrociare nelle nostre vite fonti energetiche rinnovabili, elementi robotici e una costante e crescente connettività è l’automobile.
Chi perde di vista l’auto, scambiandola per un prodotto del passato, si taglia fuori dal futuro.
Come ho avuto modo di scrivere:
l’auto non va combattuta, va evoluta.
Dalla sua evoluzione può nascere quasi tutto ciò che serve per il mondo del futuro.
Superbonus auto
L’Italia deve avere un mercato dell’auto in salute, basato in maniera rapidamente crescente su modelli ad emissioni sempre più basse nel tempo. Con un occhio di riguardo per la crescita della quota delle zero emissioni.
Non basta certamente la sola conferma degli incentivi precedenti, seppur con un maggiore finanziamento, stabilita nel Decreto rilancio.
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Emissioni di CO2
Serve un superbonus auto di più anni e su più gradini che renda appetibile l’acquisto di una nuova auto già nel 2020 con emissioni inferiori ai 95 g/km di CO2.
Tra il 2021 e il 2025 si dovrà scendere ancora per accompagnare il mercato all’obiettivo di arrivare al 2025 agli 80 g/km già fissati a livello europeo.
Elettrificazione e combustibili alternativi
Le tecnologie elettrificate e le alimentazioni alternative, capaci di emettere ancora meno CO2, ma anche meno sostanze inquinanti nocive in ambito urbano (CO, PM e NOx) – oltre ad abbassare i livelli di consumo e quindi di emissioni di CO2 – vanno differenziate ulteriormente, con diversi livelli di attenzione relativi a:
- ibrido leggero (piccolo motore elettrico, senza spostamento da fermo in zero emissioni);
- alimentazione a metano (che può diventare biometano);
- alimentazione Gpl (con sempre minore contenuto di prodotti di raffinazione petrolifera);
- ibrido pieno (motore elettrico di potenza paragonabile a quella del motore a combustione interna, con spostamento da fermo in zero emissioni e frequente funzionamento ZEV specialmente in città);
- ibrido con la spina (come l’ibrido pieno ma con batterie ricaricabili dall’esterno e decine di chilometri di marcia continuativa in ZEV);
- elettrico puro (soltanto ZEV a batterie o idrogeno).
Premio di vetustà
Il premio di vetustà riconosce un valore economico ad ogni anno di età dell’auto permutata o rottamata.
Si tratta di una misura semplice, che può eliminare dalla circolazione dei veri e propri mostri ambientali che costituiscono anche un pericolo evidente sulla strada se si guarda alle statistiche sull’incidentalità e la sicurezza.