I numeri non mentono.
Quando gli ingegneri consegnano al cliente un prodotto che riesce a consumare di meno e ad andare più forte, nonostante pesi di più e abbia addirittura la trazione integrale, vuol dire che la tecnica ha fatto il suo mestiere e il tempo non è passato invano.
Succede alla nuova Toyota RAV4 che, dopo 25 anni di onorata carriera e 8 milioni e mezzo di unità vendute in tutto il mondo, arriva con la quinta generazione che troviamo a listino in due versioni, entrambe ibride: trazione anteriore e trazione integrale.
La differenza tra le due è che nella prima il motore a benzina di 2,5 litri è accoppiato ad un solo motore elettrico da 88 kW per una potenza totale del sistema di 218 cv, nella seconda c’è un altro motore elettrico da 40 kW dedicato solo alle ruote posteriori per un totale di 222 cv. Le velocità massima sono identiche – 180 km/h, autolimitati – ma l’integrale dichiara consumi più contenuti: 4,3-4,4 l/100 km invece di 4,5-4,6 l/100 km che, in termini di emissioni di CO2, vuol dire una vittoria per 100-103 g/km contro 102-105.
Le leggere variazioni sono dovute alle diverse misure degli pneumatici montati, ma la cosa che balza subito agli occhi è proprio che la versione a trazione integrale è più brillante e virtuosa nonostante pesi 60 kg in più.
I tecnici giapponesi inoltre, lavorando sul software del sistema, sono riusciti a far sentire di più l’azione del motore posteriore incrementando fino al 30% la sua coppia in più e permettendo di raggiungere, in condizioni limite, una ripartizione dell’80% sull’assale posteriore con effetti benefici sia sulla dinamica di marcia, sia sulla motricità in presenza di fondi a bassa aderenza.
Dunque meno consumi e anche più sicurezza. E questo nonostante il motore elettrico di trazione sia meno potente del precedente (40 kW invece di 50 kW).
La cosa non deve stupire: anche l’ultima Prius è meno potente di quella di prima (122 cv invece di 136 cv), eppure è più brillante, più efficiente e anche più piacevole da guidare.
I tecnici giapponesi riescono a sfruttare, ancora di più che in passato, il fattore elettrificazione per avere la trazione integrale senza ricorrere all’albero di trasmissione che ingombra e genera perdite meccaniche, influendo inevitabilmente in modo negativo sui consumi.
L’idea del 4×4 con due motori elettrici sui due assi è proprio della Toyota e molti pensano che la prima auto ad averla accolta sia la Lexus RX400h nel 2004.
In realtà, esisteva già dal 2001 sulla Caldina, nome con il quale era commercializzato il monovolume Previa sul mercato giapponese.
Da allora, diversi i costruttori hanno “integralizzato” le proprie auto attraverso l’ibridizzazione e lo stesso è accaduto nelle competizioni con i prototipi LMP1 che corrono nel WEC e che, grazie al motogeneratore anteriore, sono ibridi e integrali.
Anche con il nuovo regolamento in vigore dal 2020, le Hypercar avranno la trazione integrale grazie al motore elettrico anteriore.
Grazie all’elettrificazione, avremo auto più efficienti ma anche più frizzanti e sicure.