L’auto ibrida è “elettrica” fino a che punto? Fino ed oltre l’80%, se parliamo di full-hybrid, di chi lo ha inventato (Toyota) e di una delle auto più vendute ovvero la Yaris che è stato oggetto di uno studio in condizioni reali compiuto dal CARE (Centro di Ricerca sull’Auto e la sua Evoluzione) della Università Marconi in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Enea sotto il coordinamento scientifico del professor Fabio Orecchini.
Ottanta e oltre
Lo studio, presentato oggi ai Motor1 Electric Days alla presenza dell’amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Luigi Ksawery Lucà, dimostra come la Yaris si muove per il 78% del tempo con il motore a scoppio spento con punte dell’82,6% in città. In termini di percorrenza, la Yaris sta a pistoni fermi per il 66,3% dei chilometri percorsi con punte del 76,1% su percorsi urbani.
Impressionanti e, per certi versi sorprendenti, i dati di consumo e di efficienza energetica. I consumi inferiori infatti si ottengono nei percorsi suburbani (2,9 litri/100 km) con un’efficienza del 43,3%. In città si sale a 3,79 litri/100 km con un’efficienza del 34%. Il dato è comunque altissimo e vuol dire che un terzo dell’energia termica presente in ogni goccia di benzina si trasforma in energia cinetica. A tal proposito il 27% di quest’ultimo è stato recuperato.
Come la Prius, più della Prius
La ricerca è stata operata seguendo un capitolato standardizzato e già codificato nel corso di uno studio analogo. Allora protagonista fu la Prius che supero il 70% di tempo in elettrico. Stavolta sono state introdotte alcune novità come la presenza di un ingegnere per macchina e l’utilizzo di una control room con 5 vetture circolanti in contemporanea. Dunque condividendo le stesse condizioni e dando solidità statistica e scientifica ai dati raccolti.
La Yaris non solo ha fatto meglio, ma ha portato questi risultati in una fascia di mercato molto più ampia. Dunque più disponibile per tutti, più efficace effettivamente per l’ambiente e più apprezzabile da parte del guidatore. Quest’ultimo infatti può sorridere pensando a quanti pochi siano i passaggi dal benzinaio e che, per viaggiare in elettrico almeno il 64,5% dei chilometri percorsi, non c’è bisogno di fermarsi per ricaricarla alla spina.
Leggi l’articolo sul confronto tra Toyota Yaris, Honda Jazz e Renault Clio
La tecnologia e il fattore umano
La ricerca conferma inoltre che i consumi dichiarati sono raggiungibili anche da un guidatore normale. A questo proposito nessuno di quelli coinvolti nello studio era stato istruito a guidare un’auto full-hybrid. L’unica indicazione era il rispetto dei limiti di velocità. Sfruttando dunque il veleggiamento si sarebbero potuti ottenere risultati ancora migliori. Questo indica che, come in ogni tecnologia, c’è un potenziale che può essere dispiegato attraverso il fattore umano.
Il full-hybrid permette di ottenere consumi migliori e insegna un comportamento di guida che spinge a ricercare l’efficienza, il comfort e la sicurezza. A questo proposito, Luigi Lucà ha parlato di WeHybrid, la formula assicurativa che permette di pagare solo i chilometri percorsi con il motore a scoppio. Dunque un ulteriore elemento di incentivazione che si trasforma in ulteriore risparmio per il guidatore e in ulteriori benefici per la collettività.
L’elettrificazione è sicurezza
E non si parla solo di emissioni, ma anche di sicurezza. Il Ceo di Toyota infatti ha rivelato che i 14mila clienti che hanno scelto WeHybrid hanno percorso 95 milioni di km e hanno un comportamento più virtuoso anche in questo senso. I dati segnalano infatti che chi sceglie WeHybrid ha un’incidentalità inferiore del 20% e chi utilizza al meglio l’elettrificazione della vettura fa meno danni: il 15% di spese in meno di ripristino.
Guarda il mio video su WeHybrid
Leggi l’articolo su WeHybrid Insurance
Perché questa associazione virtuosa di più virtù? Anche qui la tecnologia conta, ma è il fattore umano che fa la differenza. La guida elettrificata è infatti necessariamente una guida predittiva. Chi guida un’auto ad alto tasso di elettrificazione anticipa il rilascio dell’acceleratore, calcola le distanze e cerca di sfruttare al massimo la spinta del solo motore elettrico. Questo vuol dire automaticamente diminuire le situazioni di pericolo.
Ibrido ed elettrificazione
I risultati dello studio del CARE mettono anche l’accento sul coinvolgimento dei clienti e sul valore storico dell’ibrido. L’ibrido serve ancora o no? È il ponte verso l’elettrico o un’elettrificazione edulcorata che allontana la transizione? Lo studio dimostra che, visto il prezzo della vettura, i suoi volumi di vendita e la sua accessibilità, il full-hybrid ha un ruolo essenziale e non allontana l’elettrico, anzi. Stimola infatti ad uno stile di guida e ad un approccio con l’automobile che rende l’automobilista più consapevole verso l’elettrico. Dunque più responsabile e più convinto verso la transizione verso le zero emissioni.