Come si fa ad essere carbon neutral entro il 2040? Ce lo dice Volvo che ha annunciato di voler raggiungere questo ambizioso traguardo pochi giorni dopo aver diffuso le foto i dati relativi alla XC40, il suo primo modello elettrico. Entro il 2025 Volvo vuole che il 50% delle proprie vendite sia a batteria, abbattendo della stessa entità le emissioni allo scarico e del 40% la loro impronta di CO2.
La catena è da controllare
«Stiamo trasformando la nostra compagnia attraverso azioni concrete non con gesti simbolici – ha dichiarato Håkan Samuelsson, amministratore delegato di Volvo Cars – per questo ci stiamo dedicando a tutto quello che controlliamo, sia le nostre attività sia le emissioni allo scarico delle nostre vetture. E ci dedicheremo a tutto ciò che possiamo influenzare, dal chiedere aiuto ai nostri fornitori fino al settore dell’energia per renderli partecipi nel raggiungimento dell’obiettivo di un futuro climaticamente neutro».
Ci dedicheremo a tutto ciò che possiamo influenzare, dal chiedere aiuto ai nostri fornitori fino al settore dell’energia per renderli partecipi nel raggiungimento dell’obiettivo di un futuro climaticamente neutro
CO2, la comunicazione non si azzera
Nel 2025 Volvo conta di ridurre del 25% le emissioni collegate al catena di fornitura, di usare sulle proprie vetture il 25% di plastica riciclata e di ridurre della stessa entità le emissioni di CO2 generate dal totale delle attività, incluse la fabbricazione e la logistica. Altrettanto interessante è che Volvo, prima di metterla in commercio, comunicherà l’impronta di CO2 media della XC40 Recharge e farà lo stesso per ogni suo modello in futuro.
Il calcolo delle complessità
Dunque, anche con l’avvento delle vetture elettriche, non si esaurirà la comunicazione sulle emissioni dei gas climalteranti. Anzi, si sposterà su un piano superiore, assai meno tangibile per il cliente. I metodi di calcolo dell’impronta di CO2 sono infatti enormemente più complessi. Il numero di fattori da considerare infatti è infinitamente superiore e, oltre al loro singolo apporto, sono da considerare le loro interrelazioni.
Neutrali sulla parola
Ma la cosa più difficile sarà la comparazione dei vari dati visto che differenti saranno i metodi utilizzati. La Volkswagen ha dichiarato che ogni ID.3 sarà carbon neutral e che il gruppo lo sarà nella sua interezza nel 2050. Considerando lo stesso arco temporale, aziende come Toyota e Mazda ritengono impossibile raggiungere lo zero e si accontentano di ridurre l’impronta del 90%. Altrettanto prudente è Volvo che implicitamente ammette che la XC40 elettrica non è ad impatto zero. Resta da vedere se al netto o al lordo di altre attività di compensazione.
Punti di vista (troppo) differenti
Lo dice il primo costruttore ad aver annunciato un programma l’abbandono definitivo dei motori a combustione interna. Già da ora inoltre appare ben diversa la valutazione dell’impatto ambientale creato dalle batterie da parte dell’industria tedesca (più benevola) e di quella giapponese (più cauta, per non dire severa). È evidente, che in questi metodi c’è già l’influenza di fattori industriali e politici. Le domande dunque sono due. La prima è: chi farà questi conti? La seconda è: chi si preoccuperà di creare uno standard unico affinché le istituzioni e i clienti possano fare le loro valutazioni? La lezione del dieselgate deve averci insegnato che questi dati non possono essere frutto di autocertificazioni da parte delle case. E Si spera di avere una risposta chiara entro il 2040.